Inflazione, l'allarme di Trichet: "Salari a rischio"

Il numero uno della Bce: "Il periodo di alta inflazione durerà più di quanto ci aspettavamo". L'Ue conferma le stime di crescita riviste al ribasso: il pil di Eurolandia nel 2008 rallenterà all’1,8%, contro il 2,2% previsto lo scorso autunno

Inflazione, l'allarme di Trichet: "Salari a rischio"

Bruxelles - Crescita lenta, inflazione galoppante e allarme salari. Davanti all’Europarlamento di Bruxelles il presidente della Bce Jean Claude Trichet calca la mano sull’allarme inflazione e mette in guardia soprattutto sui salari. "Il periodo di alta inflazione durerà più di quanto ci aspettavamo" dal momento che "restano i rischi di rialzo dei prezzi nel medio e lungo termine". Proprio per questo, tra le priorità della Banca centrale europea ci sarà la lotta all'inflazione attraverso la stabilità dei prezzi: "Per salvaguardare la nostra credibilità è cruciale stabilire tassi appropriati basati sulla stabilità dei prezzi".

Incertezza elevata Niente di buono dalla Bce le cui previsioni sulla stabilità finanziaria dell’Eurozona restano "offuscate dalle incertezze". E incertezza è la parola più gettonata per questo avvio di 2008. Tanto che, sulla crescita economica di Eurolandia, Trichet non nasconde la propria preoccupazione: "crescita lenta, ma continua". D'altra parte - continuano a ripeterlo - i "fondamentali" del Vecchio Continente sono "solidi". Con un’inflazione che nel 2008 crescerà sicuramente più del previsto restando ben oltre il 2 per cento è dunque necessario, secondo Trichet, contenere "la crescita dei salari che sarà comunque maggiore rispetto alle aspettative". In questo contesto, per il presidente della Bce, occorrerà in particolare evitare aumenti automatici legati all’inflazione che potrebbero alimentare la spirale inflazionistica. Insomma, bisogna evitare gli "effetti di secondo livello", come l'aumento del prezzo del greggio e il caro-vita sui beni alimentari.

Tensioni nel circuito interbancario Nel circuito interbancario "permangono tensioni". Proprio per questo la Banca centrale europea continua ad assicurare «ampie liquidità supplementari» al mercato. "In questo periodo di acute turbolenze - ha spiegato Trichet - la Bce ha deciso di contenere le tensioni su tassi interbancari a breve termine, assicurando ampie liquidità extra". Ieri la Bce ha, infatti, iniettato 50 miliardi di liquidità supplementari nel sistema, nell’ambito di una normale asta per l’assegnazione di prestiti a breve termine alle banche (7 giorni). A Bruxelles Triche ha, poi, ribadito come un’eccessiva volatilità e movimenti disordinati dei cambi "non sono auspicabili per la crescita". Il numero uno della Bce si è, infatti, detto "preoccupati" per questi movimenti eccessivi sui mercati valutari pur avendo notato "con favore" che le autorità americane hanno ribadito il loro interesse in un dollaro forte". Bisogna, quindi, rafforzare il sistema di vigilanza e fare "grossi sforzi per garantire stabilità". Secondo Trichet occorrerà in particolare ottenere dagli istituti finanziari più trasparenza e maggiori informazioni su esposizione e rischi. Inoltre, per Trichet, le agenzie di rating dovranno ampliare su base volontaria la gamma delle informazioni fornite agli investitori. Ma se ciò non avverrà, secondo il presidente della Bce, "dovranno essere prese in considerazione le necessarie azioni politiche". Per evitare in futuro il contagio delle crisi e le turbolenze, ha sintetizzato Trichet, ci vuole un "cambio di cultura" a livello europeo e globale.

L'Ue: "Clima degenerato" Nel Rapporto trimestrale sull'Eurozona , l'Unione europea non cela il "clima degradato" e la "situazione sempre più difficile" cui deve far fronte il Vecchio Continente. Qui si sottolineano, infatti, i rischi legati "alle incertezze sulla durata della crisi dei mercati finanziari, all’indebolimento dell’economia statunitense e all’impennata dell’inflazione" che, almeno per quel che riguarda i prezzi del petrolio, "resterà molto elevata quest’anno ed il prossimo". Nel rapporto si confermano dunque le stime di crescita riviste al ribasso dalla Commissione Ue lo scorso febbraio: il pil di Eurolandia nel 2008 rallenterà all’1,8%, contro il 2,2% previsto lo scorso autunno. L’inflazione, invece, salirà quest’anno al 2,6%, contro il 2,1% stimato lo scorso autunno. Le incertezze sulla durata delle turbolenze finanziarie (e sopratutto quelle sull’entità e sulla localizzazione delle perdite) e i recenti dati sulla forte contrazione, maggiore del previsto, del settore delle costruzioni negli Stati Uniti indicano che l’economia americana è sull’orlo di una recessione. Guardando avanti, per la Commissione Ue è difficile prevedere quando si riprenderà o quanto durerà il periodo di crisi.

Le pressioni inflazionistiche Trichet ha parlato di "effetti di secondo livello". Nel rapporto si legge chiaramente l'allarme legato alle pressioni inflazionistiche dovute ai prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari. Pressioni che "rappresentano un altro fattore di rischio per le previsioni economiche".

"I prezzi del petrolio - si sottolinea nel rapporto della Commissione Ue - restano alti e volatili, a causa delle limitate capacità di riserva, dalla robusta domanda da parte delle economie emergenti e dalle tensioni geopolitiche in alcuni Paesi produttori di petrolio". Dunque i prezzi del petrolio resteranno molto elevati quest’anno. Mentre i prezzi degli altri beni dovrebbero stabilizzarsi.

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