Cassano e Balotelli che volevamo di più? Roba da non crederci, perché chi non ha visto non può capire. Non potrebbe capire che c’è stato un momento, lunghissimo, in cui più che al biscotto pensavo alla torta in faccia. O ai pomodori che fanno parte della grande storia nostrana, al rientro da fallimenti e roba del genere. Lo scenario era agghiacciante. L’Italia della prima mezzora era stata davvero terribile, piena di paure, di errori, di distrazioni, mai vista una cosa del genere, ansia e angoscia, brutto football, gambe molli, idee confuse, pallone velenoso e irlandesi con l’orgoglio di sempre, il lutto al braccio per onorare la memoria dei sei morti, uccisi dai paramilitari lealisti all’Heights Bar di Loughinisland, un villaggio dell’Irlanda del Nord, mentre assistevano a repubblica d’Irlanda-Italia esordio del mondiale americano nel ’94, un gol di Houghton sgonfiò l’Italia che perse la partita e arrivò però in finale.
Il calcio è fatto di ricordi ed è sembrato davvero che gli azzurri avessero perduto la memoria di quello che avrebbero dovuto e saputo fare. C’era lavoglia disperata di mandare tutti al diavolo e di pensare ad altro. Messaggi telefonici di derisione, sguardi smarriti di Prandelli e degli altri inquilini della panca azzurra.
Poi, improvvisa, la stella filante imprevista nel funerale già pronto, Antonio Cassano Davide in mezzo ai Golia di Trapattoni è salito con la sua capa fresca, forse la nuca, forse la spalla, ad anticipare e rendere buffi i tentativi di Given e di Duff, portiere e capitano.
Fino a quel momento nessuno avrebbe scommesso, verbo azzardato ma giustificato, un centesimo sulla nostra squadra, o sedicente tale, ma il football è capace di smazzare e offrire il jolly. Il tranquillante di Cassano ha avuto effetto ridotto, la squadra si è ripresentata, nella ripresa, con gli omini da calciobalilla, lenti, imballati, impauriti, frenati dalla nuvola grigia dei primi due pareggi di questo torneo.
Prandelli ha contribuito ad aumentare la schiuma e la bile, togliendo dal gioco Cassano che qualcosa avrebbe potuto ancora dare, lasciando in campo, invece, il bene immobile Thiago Motta, una specie di mistero della fede, utile a nulla, inutile a tutto, più molle di un biscotto, ci risiamo, nel caffelatte.
Patemi e affanni finali, squallidi buuh dei tifosi irlandesi all’ingresso di Balotelli che ha rischiato l’espulsione per una gomitata, non vista, volgare e ignorante a Dunne, la sua sfida a tutti e a tutto, momenti di sofferenza estrema, cuore a mille, sudorazione a dosi industriali, campo di gioco lungo due chilometri e bacio della morte di Mario Balotelli ai suoi nemici d’Irlanda e ai pasticcieri. Peccato per le anime nere e i docenti del sospettificio e degli avvisi di garanzia, sarà per un’altra volta. L’Italia va avanti, soffrendo come sempre. Nulla ci è regalato. Si festeggi. Spumante e biscotti. O no?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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