Inquinamento acustico: un altro fattore di rischio per la salute degli italiani

Questo il quadro del rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano del Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente

Inquinamento acustico: un altro fattore di rischio per la salute degli italiani

L’undicesimo rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano realizzato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Ispra/Arpa/Appa) informa che le città italiane pur lottando contro l’inquinamento per migliorarne l’aria, stanno perdendo la battaglia contro il rumore, ormai sempre più presente.

I dati fotografano quindi la condizione di 85 aree urbane, sul fronte di diversi ambiti sensibili, tra cui spiccano suolo e territorio, rifiuti, qualità dell’aria, inquinamento acustico, trasporti e mobilità.

E se respirare bene conta, in gioco c’è anche la salute a rischio di milioni di italiani , di soccombere al rumore, fattore non secondario per chi vive in contesti associati: secondo i dati, nelle 85 città prese in esame, nel 2014 ci sono state 1.332 attività di controllo, contro le 1.602 dell’annata precedente, ma nel 52% dei controlli effettuati è stato rilevato il superamento dei limiti normativi di inquinamento acustico. L’asticella insomma si è alzata, di poco, ma non è un bene.

Fenomeni spesso interconnessi quelli legati all’inquinamento dell’aria e al rumore in un paese dove il verde pubblico è meno del 5% in 64 comuni su 85; Roma e Milano si confermano come le città dove è più alto il valore della superficie di suolo consumato: all’estremo si collocano città come Savona e Aosta.

Non buone anche le metriche sul numero di incendi che hanno interessato il patrimonio boscato urbano, con 1.658 episodi tra il 2009 e il 2013.

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