Lo sguardo miope dell'Italia

Ci occupiamo solo di attualità e perdiamo di vista le questioni essenziali

Ho l'impressione che molte decisioni di grande importanza vengano prese dai politici senza conoscenze e senza analisi storiche approfondite. Gli interventi europei nel mondo islamico sono sempre stati rozzi e hanno suscitato continue rivolte. Anche noi italiani, in Libia, abbiano combattuto per vent'anni una sanguinosa guerriglia. Per non parlare dei francesi in Algeria che, dopo un secolo, furono costretti ad andarsene. L'Irak e stato disegnato a tavolino mettendo insieme popoli con religioni e lingue diverse che oggi tornano a scontrarsi. E cosa sapevano dell'Iran i politici americani quando c'è stata la rivoluzione di Khomeini? In quel periodo sono andato negli Usa per parlare con i miei colleghi sociologi e ho visto che ignoravano perfino l'esistenza del clero sciita. Non sapevano che la «nazione Iran» con gli attuali confini è stata una creazione totalmente religiosa e il clero sciita è sempre stato un'ossatura dello Stato e, quando c'è stato un vuoto di potere, lo ha sempre occupato, anche nel passato.
Se gli americani, che hanno portaerei e bombe, possono permettersi questa ignoranza, noi italiani, che esportiamo pacificamente i nostri prodotti e viviamo del turismo, dovremmo sapere molto di più sui popoli con cui veniamo a contatto e con cui facciamo affari. Invece l'insegnamento della storia nelle scuole e molto scarso e in televisione manca del tutto. Tanto History channel di Sky che Rai Storia parlano essenzialmente della seconda guerra mondiale o di personaggi e fatti di cronaca recenti. Siamo tutti schiacciati sull'attualità italiana, con dibattiti su cosa ha detto questo politico e cosa ha riposto l'altro, ma non c'è mai un'analisi approfondita su questioni essenziali. Per esempio sul perché abbiamo un parlamento così farraginoso e un sistema giuridico così lento. Questi non sono comparsi dal nulla, sono stati disegnati dalla Costituzione.

I padri costituenti, spaventati dal fascismo e dal comunismo, temevano un esecutivo forte, che prendesse decisioni rapide e hanno voluto un processo parlamentare complicato e lentissimo. E questa mentalità tortuosa si è ripercossa anche sul sistema giuridico, sulla burocrazia statale e sul fisco.

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