RomaTre uomini armati e incappucciati in casa. Sua moglie sopraffatta, già legata e imbavagliata, sotto la minaccia dei banditi. Ilario D'Apollonio, architetto 81enne, sabato notte, verso le 23.30, era davanti alla televisione al primo piano della sua villa su via Nomentana, a Roma, quando i malviventi hanno fatto irruzione in casa. L'uomo ha sentito strani rumori provenire dal piano terra. Si è affacciato per capire quello che stava succedendo e ha visto i banditi che immobilizzavano e imbavagliavano la moglie, minacciandola con un'arma.
A quel punto l'unica certezza è che l'anziano architetto ha preso la sua pistola e ha aperto il fuoco, quattro volte. «Ho sparato solo per spaventarli», ha ripetuto. Ma uno dei rapinatori, un romeno di 36 anni con precedenti, viene colpito in pieno da uno dei proiettili, si accascia in giardino e lì, morto, con i guanti e il passamontagna nero ancora calato sul viso, lo trovano i militari poco dopo.
Forse uno sfortunato colpo di rimbalzo, forse altro. Sembra infatti che l'uomo, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti, possa aver sparato in due momenti diversi. Prima in aria, dal terrazzo che si apre al primo piano della villa - come avrebbe spiegato lui stesso ai militari dell'Arma: «Io e mia moglie ci trovavamo su due diversi piani. Ho sentito dei rumori ma non sapevo che era stata legata con del nastro adesivo. Mi sono affacciato alla finestra e ho sorpreso uno dei rapinatori in giardino, per questo ho sparato quattro colpi di pistola in aria».
Poi al piano terra, dov'era sceso e dove avrebbe sorpreso uno o più banditi pistole in pugno intorno a sua moglie, quattro anni più giovane di lui, già legata e zittita col nastro adesivo. I due complici del bandito ferito a morte a quel punto sono scappati, lasciando la refurtiva e fuggendo su un'automobile rubata, ritrovata dai carabinieri abbandonata a poca distanza. Ai militari, che al loro arrivo hanno trovato la moglie dell'anziano col nastro adesivo ancora incollato sulla bocca, l'architetto 81enne ha spiegato di aver fatto fuoco con la pistola - regolarmente denunciata - solo per intimidire i rapinatori. E ieri, parlando al citofono alle telecamere del Tgr, D'Apollonio ha aggiunto: «Se ti sequestrano tua moglie davanti a te, la legano e le puntano la pistola in testa, in bocca... Erano incappucciati e avevano le pistole».
In attesa dell'autopsia sul cadavere del rapinatore 36enne rimasto ucciso e dell'esito degli esami balistici, a fare ordine nella cronologia degli eventi e a ricostruire la dinamica dell'ennesima rapina, stavolta finita in tragedia per uno dei banditi, provano in queste ore gli uomini del Nucleo investigativo, che indagano insieme ai carabinieri della vicina compagnia Montesacro. Sul cancello della villa resta un fotografatissimo cartello col disegno di una pistola che avverte di stare «attenti al cane e al padrone», mentre a difesa dell'architetto 81enne, nel pomeriggio di ieri, si è schierato l'ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno.
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