La medicina per l’Italia è un leader scelto dal popolo

Com'è veloce il cambiamento sociale, com'è rapido dopo un periodo di prosperità il precipitare di una crisi economica, o il dilagare del disordine, il passaggio dalla ricchezza alla miseria!

Com'è veloce il cambiamento sociale, com'è rapido dopo un periodo di prosperità il precipitare di una crisi economica, o il dilagare del disordine, il passaggio dalla ricchezza alla miseria! Può essere una guerra che lascia la società impoverita e stremata. O una crisi economica mondiale che coinvolge tutti come uno tsunami. Oppure una crisi politica: istituzioni che avevano sempre funzionato bene a un certo punto sembrano incepparsi impedendo le decisioni. E in tutti i casi la ricostruzione dell'ordine, la ripresa dell'economia, il funzionamento delle istituzioni richiedono un enorme sforzo e quasi sempre una forte leadership.

All'inizio del secolo scorso l'Europa, che dominava il mondo, si è autodistrutta con la guerra mondiale. Molti popoli allora si sono rifugiati nel comunismo, nel fascismo nel nazismo. Solo la Francia, l'Inghilterra e gli Usa hanno resistito e salvato la democrazia Per questo noi oggi ricordiamo i loro grandi leader: Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill, Charles De Gaulle. E non era finita.

Pochi anni dopo la Francia, che aveva conservato il primato del parlamento con governi fragili, era sull'orlo della guerra civile ed è stato nuovamente Gaulle a darle un governo presidenziale stabile.

Noi oggi in Italia siamo travolti da una crisi europea, da una grave recessione e politicamente ci troviamo in una situazione simile a quella della Francia prima di De Gaulle. Abbiamo un parlamento frantumato, una antica divisione ideologica che impedisce un accordo sia pur limitato fra sinistra e destra. Non perché siano incompatibili i programmi ma perché sono incompatibili le storie personali, le sensibilità, i rancori alimentati nei decenni. E aggiungetevi un movimento antidemocratico che cresce col malessere.

Il paese può salvarsi solo ponendo un limite al parlamentarismo puro, come ha fatto la Francia.

Cioè creando un primo ministro votato dai cittadini e con i poteri che ha un premier inglese. Poi ci sarà la competizione ed emergerà il leader che è capace di raccogliere attorno a sé la maggioranza degli italiani e farà un governo capace di ridare fiducia al paese e rimettere in piedi l'economia.

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