L'insostenibile debolezza del governo

Solo la riforma presidenziale può aiutare il Paese a uscire dalla palude parlamentare

I politici quasi sempre prendono le loro decisioni guardando agli interessi a breve termine. Per questo sono così difficili le riforme che modificano un ramo del Parlamento, oppure prevedono una diminuzione dei parlamentari o la riduzione dei loro guadagni. Tutti le invocano nel nome degli interessi superiori del Paese (che sono a lungo termine) poi non le fanno per non essere danneggiati nel breve termine. Ed è per lo stesso motivo che fino ad ora non si è riusciti a fare una riforma elettorale, perché ciascuno vuole il tipo di legge che gli consente di andare a votare in posizione di vantaggio sugli altri già alle prossime elezioni. Oggi hanno accettato di farla perché la Consulta ha dichiarato incostituzionale quella attuale, ma soprattutto perché si sono formati tre blocchi politici e, se la situazione si riproduce dopo le prossime elezioni, diventa impossibile formare un governo e restano danneggiati tutti.

Ora, se i maggiori leader politici italiani avessero veramente una visione a lungo termine dei bisogni del Paese, approfitterebbero della posizione di stallo per modificare la Costituzione facendo eleggere dal popolo il capo dell'esecutivo, dandogli i poteri per governare. È la proposta del «sindaco d'Italia» fatta da Renzi alle primarie. Ma poi i suoi avversari hanno detto che faceva quella proposta perché aveva un interesse personale, voleva essere lui il sindaco d'Italia. E Renzi non ha avuto il coraggio di continuare a sostenerla, di insistere dicendo che era l'unica riforma che potesse far uscire il Paese dalla palude parlamentare. Ha rinunciato e chiede di indebolire il Senato per snellire le procedure. Ma in questo modo non tocca l'essenza del problema, che è la fragilità cronica del governo di fronte al Parlamento, sia esso bicamerale o monocamerale. La Francia e gli Usa hanno Camera e Senato, ma hanno anche un governo forte. Noi invece avremmo una Camera sola ma il governo resterebbe debole.

De Gaulle, a suo tempo, ha avuto il coraggio di fare una riforma radicale ed oggi tutti in Francia lo ringraziano per quella scelta. Chissà se da noi ci sarà qualcuno che ha lo stesso coraggio e la stessa ferrea determinazione.

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