Aboliamo le Regioni a statuto speciale

Con un debito di oltre 5 miliardi di euro la Sicilia è la Grecia d'Italia. Ma non è la sola Regione a statuto speciale a spendere e spandere: da sempre tutte e cinque sprecano troppo. Perché non le aboliamo?

Aboliamo le Regioni a statuto speciale

La Sicilia va a gambe all'aria. Ma non è la sola Regione a statuto speciale a rischiare questo drammatico destino. Certo, i conti di Palermo sono davvero allarmanti: la gestione ballerina del governatore Raffaele Lombardo ha trascinato nel baratro quella che ilGiornale ha ribattezzato la "Grecia d'Italia". Un debito da 5 miliardi di euro, scandali, assunzioni per gli amici e gli amici degli amici e fondi europei mal gestiti o del tutto snobbati. Nella Regione Sicilia i costi della politica e quelli per l’acquisto di beni e di servizi sono, in termini pro capite, circa il doppio; quelli relativi agli stipendi del personale addirittura più del triplo rispetto alla media di tutte le altre regioni d’Italia. Secondo uno studio della Cgia di Mestre, la Regione governata da Lombardo ci costa 2,5 volte in più della media di tutte le altre Regioni messe assieme: "Precisamente 551 euro pro capite contro i 219 euro pro capite in capo a tutti gli altri cittadini italiani". E le altre Regioni a statuto speciale? Non fanno certo meglio dal momento che, secondo un confronto del 2010, sono tutte e cinque in passivo. Insomma, spendono più di quanto incassano. E allora? Allora, aboliamole.

Da sempre, in Italia, ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B: neanche 10 milioni di italiani ricevono dallo Stato più degli altri 51 milioni e mezzo di connazionali. È un dato di fatto. Brutto da constatare, ma è così. È sempre stato così. Nel 1994, ogni cittadino della Lombardia aveva ricevuto dallo Stato 260mila lire, uno del Trentino-Alto Adige circa 4 milioni e uno della Val d’Aosta oltre 7 milioni lire. Col passare degli anni l'andazzo non è certo migliorato. Nel 2008, per esempio, la spesa pro capite per pagare gli stipendi e i contributi al personale regionale è cresciuta per ogni valdostano a oltre 2mila euro. Tanto per avere un metro di paragone: nello stesso anno in Liguria la spesa ammontava a 32 euro e 90 cent, in Veneto a 30 euro e 70 cent e in Lombardia a 20 euro e 30 cent. Cifre da capogiro. Ad oggi la situazione è davvero peggiorata. Basta scoprire il vaso di Pandora siciliano per capire in che situazione ci troviamo. Come spiegava oggi Nicola Porro sul Giornale, solo per i dipendenti la Regione Sicilia spende più di 1,7 miliardi di euro (dati aggiornati al 2009), all'incirca venti volte la spesa affrontata dalla Lombardia di Roberto Formigoni. Nel giro di cinque anni Lombardo è riuscito a fare accrescere il costo per le retribuzioni del 50%: "Su più di 17mila dipendenti, ci sono 1.428 dirigenti". Negli ultimi giorni, questi dati sono sotto gli occhi di tutti. Il fatto è che la Sicilia non solo spende e spande coi soldi che lo Stato le invia a pioggia, ma si permette pure di snobbare i finanziamenti europei: utilizza solo il 12% dei 6 miliardi di euro di cui può godere.

A questo punto, però, il vero problema non dovrebbe limitarsi a tamponare gli errori (enormi) di Lombardo, ma dovrebbe rispondere soprattutto all'esigenza di ripensare l'utilità delle Regioni a statuto speciale. Se non tutte hanno infatti speso male come ha fatto la Sicilia, tutte e cinque ha comunque speso davvero troppo per le loro spese. Come spiegava Marcello Foa in un'inchiesta su questo argomento, nel 2010 la Valle d’Aosta aveva la spesa pubblica pro capite più elevata (8.744 euro). Considerando, tuttavia, le entrate il quadro cambia: il deficit valledostano è di 617 milioni di euro, mentre quello siciliano di quasi 22 miliardi. La Sardegna, invece, segnava un deficit di 7 miliardi, mentre le altre due Regioni erano in rosso di 2 miliardi (a testa). Insomma, cinque terre e cinque modi di essere diversamente italiani. In tempi di spending review, i conti non migliorano. Basta dare un'occhiata alla paghetta del governatore della provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder: guadagna più del presidente americano Barack Obama. Va detto che, anche tra le Regioni a statuto speciale, bisogna fare pesanti distinguo: se Val d'Aosta, Trentino-Alto Adige e Fiuli Venezia Giulia sono in grado di utilizzare le risorse pubbliche in modo davvero efficace (evasione fiscale bassa e sprechi limitati), Sicilia e Sardegna sperperano oltre il 50% delle risorse. Un vuoto a perdere. A fronte di questi dati allarmanti viene da chiedersi se, in tempi di pesante crisi economica, hanno ancora senso le Regioni a statuto speciale. Eccezion fatta per il Trentino-Alto Adige, la risposta è sicuramente no. Oltre all'abolizione delle Province, quindi, sarebbe opportuno tagliare drasticamente i privilegi di queste cinque regioni e rivedere sprechi pachidermici che vanno avanti davvero da troppi anni.

Il super commissario Enrico Bondi e, più in generale, il governo Monti dovrebbero mettere mano a questo sistema obsoleto per alleggerire, da una parte, la spesa dello Stato e, dall'altra, per usare le stesse risorse per rilanciare l'economia del Belpaese

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