Alfano contro la Ue Ed è scaricabarile sull'immigrazione

Bruxelles: in marzo chiesto all'Italia cosa potevamo fare, nessuna risposta. Il ministro: bugia. Intanto sale il conto dell'invasione

Alfano contro la Ue Ed è scaricabarile sull'immigrazione

Nel Millennio di internet l'Sos è affidato alle lettere. Arrotolate in una bottiglia e affidate al mare, con la speranza che un giorno la corrente giusta le recapiti. Mittente l'Europa, destinatario l'Italia. E viceversa.

Nell'emergenza da tempo «ordinaria» del mar di Sicilia, più affollato di un suk, dove le onde regalano sogni impossibili spesso trasformandoli in lutto prima del risveglio, il Belpaese entra in rotta di collisione con il Nord.

Con Bruxelles, ma anche con gli partner europei, vedi Angela Merkel che appena qualche mese fa lasciò languire al freddo una ventina di profughi accampati alla Porta di Brandeburgo. Mentre a Sud, appendice italica dell'Europa, si invade. E si muore.

Eccolo il varco dimenticato dai «soci» di Continente. Eccolo il confine dove l'Italietta gioca la sua estenuante partita a ping pong contro il resto d'Europa. Tutto affidato a missive reciproche, poco conosciute e altrettanto poco lette, in cui l'inerme vice premier e ministro degli Interni Angelino Alfano prova a farsi sentire.

Corrispondenze tanto «segrete» quanto finora inutili. A chi toccano i carichi quotidiani di migranti disperati? A chi le spese, gli oneri i doveri di soccorso? Lo smistamento?

La Commissaria europea agli Affari interni Cecilia Malmstroem, a ogni tragedia dell'immigrazione, si lava la coscienza ripetendo di sentirsi «profondamente colpita dalla nuova tragedia»; il nostro bicefalo governo, capace di cancellare il reato di clandestinità- lasciando passare in messaggio «benvenuti a tutti»-, invoca l'intervento dei Ventotto. Le parole di Michele Cercone, portavoce della Malmström, evidenziano così, dietro plausi di facciata, un'aspra polemica: «Lasciatemi ringraziare le autorità italiane per i loro enormi sforzi nell'attuare l'operazione Mare Nostrum... c'è una visione comune di quello che è necessario, ma ora sul tavolo servono proposte concrete», ha spiegato ieri ai microfoni di RaiNews24. «Noi abbiamo messo a disposizione tutti gli strumenti di cui la commissione dispone. Sta all'Italia indicarci come le misure concrete debbano essere indirizzate per dare il nostro sostegno in maniera più immediata. Poi si lavorerà sulle linee strategiche fornite dal ministro Alfano».

Si gioca di sponda e rimbalzi. Alfano dal canto suo, stavolta arrabbiato, replica. «È un'Europa della burocrazia quella che di fronte ai morti chiede letterine. L'Italia ha già fornito tutte le indicazioni di cui la Ue necessita per intervenire nel Mediterraneo in maniera concreta». La prima: «Accoglienza umanitaria in Africa, in particolare in Libia (adesso finalmente lo dice anche la presidente della camera Boldrini, ndr). La seconda: «Il soccorso in mare deve essere fatto dall'Europa attraverso Frontex». Poi gli altri due punti per affrontare l'emergenza immigrazione. «Frontex deve avere una sede in Italia e non a Varsavia, le navi di soccorso battano bandiera europea. Infine, elemento importantissimo, siccome i migranti non vogliono stare tutti da noi, devono avere la possibilità di esercitare il diritto di asilo politico anche nel resto di Europa. Altrimenti trasformiamo l'Italia nella prigione dei rifugiati politici».

«Se il problema è quello spedire letterine, invece di spedirle domani prendo un aereo e ci vado io a Bruxelles», la minacciosa promessa. Che per la verità non spaventa l'indifferente «condominio Ue», coeso almeno nel fare orecchie da mercante. Ma da marzo a oggi perché questo famoso viaggetto il ministro non l'ha mai fatto?

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