Fausto Bertinotti non è il solo, in Italia, a piangere la scomparsa di Hugo Chavez. Lo fa anche don Andrea Gallo, e per giunta durante un'omelia. "Oggi siamo qui - ha detto durante la messa, celebrata nella Chiesa della Comunità di San Benedetto - per fare memoria di un grande statista sudamericano nella fede cattolica. Lo saluto come un fratello, un grande compagno di strada. Chavez è stato una grande forza per trovare la via della liberazione, ha saputo unire varie cultura nella lotta al capitalismo".
"Noi come Comunità di San Benedetto - ha aggiunto don Gallo - siamo molto legati all’America Latina, che è un po' una speranza per l’umanità, per l’evangelizzazione. La comunità latino americana genovese mi ha chiesto di celebrare la figura di Chavez, in occasione della morte di questo libertador". E prosegue esaltando il Comandante: "Chavez è stato una figura grande, eccezionale, è stato un simbolo per il suo popolo, che - ha concluso - ormai da troppi anni era oppresso".
Don Gallo forse però dimentica alcune cose importanti. In primo luogo che, a differenza del suo ispiratore, Simon Bolivar, che professava la libertà, Chavez ha enormemente compresso - e in molti casi cancellato - la libertà dei propri cittadini. In secondo luogo, se è vero - com'è vero - che il comandante si è occupato dei più poveri, fornendo loro generosi sussidi, non li ha mai aiutati veramente ad emanciparsi dalla povertà, come ha ci ha spiegato in un'intervista il professor Michele Castelli, che dal 1970 vive e lavora in Venezuela. Un'altra grave colpa di Chavez è stata quella di non far fruttare l'enorme ricchezza del suo Paese, derivante dai ricchissimi giacimenti petroliferi. Una ricchezza che, in larga parte, è stata regalata ad altri paesi (in primis a Cuba, fornendo all'Avana petrolio sotto costo). Una ricchezza che sarebbe stato saggio utilizzare per far progredire, sotto tutti i punti di vista, il proprio popolo.
E chissà se don Gallo avrà mai sentito parlare di un certo Franklin Brito, l'imprenditore agricolo che
lottò con tutte le sue forze per cercare difendere la sua terra, fino a compiere uno sciopero della fame che lo ridusse letteralmente a pelle e ossa, fino a morire per protestare contro i prepotenti dell'esproprio proletario.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.