Arriva la controriforma per fermare il Job's Act

Sul Welfare il Pd ora rischia lo scontro. Il piano di Giovannini: statali in pensione anticipata per creare posti di lavoro

Arriva la controriforma per fermare il Job's Act

La Spagna ha potuto superare il 3% di deficit in quanto s'è impegnata a varare (e lo ha fatto) una profonda riforma del mercato del lavoro. A fine febbraio, anche l'Italia interverrà sul tema. Con una differenza: le riforme del mercato del lavoro saranno due.

La prima, il «Job Act», che Renzi conta di discutere nella direzione del Pd fissata per il 20 febbraio. La seconda, quella che Letta e Giovannini (ministro del Lavoro) stanno elaborando in gran segreto; e che il presidente del Consiglio dice - nei suoi incontri internazionali - di voler presentare a fine mese.

Difficilmente, la riforma «governativa» terrà conto delle indicazioni che verranno da quella elaborata dal Pd. Il ministro Giovannini non ha mai fatto mistero di criticare il «Job Act», e per questo è entrato tra i ministri rimpastabili, secondo le prime linee dei renziani.

Sul tema, poi, da segnalare anche una chiara, e distinta, scelta di campo tra il presidente del Consiglio e il segretario del Pd. Mentre Renzi riceve al Nazareno Maurizio Landini, leader della Fiom, Letta e Giovannini si tengono stretta Susanna Camusso, segretario della Cgil. E non è un mistero per nessuno che Camusso e Landini abbiano idee diverse su tutto.

Con la conseguenza che se Landini si confronta sul «Job Act» con Renzi e Camusso fa altrettanto con Letta e Giovannini, è assai probabile che le due riforme saranno difficilmente compatibili fra loro.

Ma la scelta del premier di affidare proprio a uno tra i ministri meno amati dai renziani la riforma del mercato del lavoro (fulcro dell'agenda del semestre di presidenza europea), la dice lunga sull'intenzione di Letta di rimuovere Giovannini dal ministero del Lavoro.

Sebbene avvolta dal riserbo più assoluto, la riforma «governativa» potrebbe recepire sensibilità internazionali che gli economisti di Renzi non riescono a intercettare. Tutto ciò per le antenne più sensibili che riescono ad avere a Palazzo Chigi e a Via Veneto (sede del ministero del Lavoro). Queste antenne avrebbero intercettato che, a livello internazionale, l'aria sta cambiando. Vale a dire che l'orientamento generale sta andando verso un'anticipazione dell'età di pensionamento; proprio per creare nuova occupazione.

Il tema, avviato in Germania, si sta espandendo a tappe forzate in tutto il continente. Tornerebbe a galla, cioè, l'idea - già accarezzata da Giampiero D'Alia, ministro della Funzione pubblica - di anticipare l'età della pensione per i dipendenti pubblici (magari con una limatura dell'assegno).

Il meccanismo potrebbe somigliare a quello in uso per i militari con l'istituto dell'aliquota riduzione quadri.

In tal modo si potrebbero sbloccare i concorsi per i neo assunti e creare - nominalmente - nuovi posti di lavoro. In altre parole, una «legge Fornero» al contrario.

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