Bari, ecco quegli appalti che fanno tremare Emiliano

Arrestati i costruttori titolari di lavori comunali miliardari. Uno di loro è anche consigliere regionale Pd

Bari, ecco quegli appalti  che fanno tremare Emiliano

Trema il Pd barese, e soprattutto trema il sindaco Michele Emiliano. Una prima scossa sul terremoto che rischia di sconquassare il Pd delle Puglie e, a seguire, l’amministrazione guidata dall’ex pm, si era avuta a novembre, quando Emiliano aveva preso atto delle improvvise dimissioni dell’assessore appartenente a quella casata imprenditoriale che nel 2009 l’aveva sostenuto in campagna elettorale: i Degennaro.

L’«ASSESSORA» E I FRATELLI
L’ex assessore Annabella Degennaro, finita in giunta a 26 anni quale tecnico «esperto», è figlia di Vito, indagato nell’operazione Sub Urbia che ha portato in cella funzionari e tecnici comunali, nonché due dei quattro fratelli Degennaro: Daniele e Gerardo, quest’ultimo consigliere regionale «democratico», titolari della Dec, la società del Gruppo di famiglia vincitrice di numerosi appalti a Bari. Dimissioni che ai detrattori del sindaco hanno ricordato quelle precipitose dell’allora assessore Tedesco che lasciò la poltrona al primo timido accenno dell’inchiesta sulla sanità. Dimissioni che coinvolgono in pieno l’amministrazione del sindaco Emiliano (che per i pm evidentemente poteva non sapere quel che gli accadeva sotto il naso) sono arrivate sulla scia degli spifferi di tribunale sugli imminenti sviluppi della prima puntata di un’inchiesta devastante sul gruppo Degennaro e la politica, affidata ai pm, Renato Nitti e Francesca Romana Pirrelli, moglie dell’ex pm, oggi scrittore-senatore Pd, Gianrico Carofiglio.

POLITICI NAZIONALI

Un mese prima di dimettersi l’assessora di famiglia si era astenuta dal partecipare alla riunione di giunta sul parcheggio di piazza Battisti (intorno al quale ruotano gli ultimi arresti) per un conflitto di interessi che rischiava di tenerla spesso fuori dal municipio avendo i Degennaro lavori per miliardi: dal centro direzionale del San Paolo alla bretella per l’aeroporto, due parcheggi sotterranei, un giardino, un mercato coperto e molto altro. Nelle 486 pagine dell’ordinanza di arresto si intuisce che il fronte politico è ampiamente coinvolto anche se, al momento, viene risparmiato. Mai si fa riferimento al «Pd», al «centrosinistra». Una sola volta si parla genericamente di «politici» con riferimento a Vito Degennaro quale «coordinatore degli aspetti economici, finanziari e contabili del gruppo, artefice, insieme ai fratelli Daniele e Gerardo, delle decisioni operative dell’associazione nella piena consapevolezza dell’illiceità delle attività stesse, cura in prima persona i rapporti con esponenti politici locali e nazionali al fine di ottenere una copertura politica sulle operazioni di interesse dell’associazione».

VACANZE E CASE PER TUTTI
Stando alle carte i Degennaro avevano allungato le mani su sei grossi appalti facendo pressioni politiche, corrompendo funzionari vari anche con promesse di promozioni e incarichi, soggiorni in hotel e forti sconti per acquisti di appartamenti. Potevano contare su una vasta rete di complicità nel Comune e in Regione, ottenevano certificati e attestazioni false per coprire le carenze nelle modalità di esecuzione delle gare.

PLASTICA INVECE DEL MARMO
I pm hanno scoperto che la Dec realizzava opere ben diverse da quelle indicate nei capitolati d’appalto. E per abbassare i costi usava materiali scadenti. Nel parcheggio di piazza Giulio Cesare, lì dove si parla di «marmo proveniente dalle cave più accreditate sul mercato», risulta utilizzato, invece, un rivestimento plastico per le scale. Si faceva economia anche sui pilastri: 20 oppure 30 al posto dei previsti 50, senza che il direttore dei lavori avesse nulla da ridire. Tutto era pianificato dalla società per spendere il meno possibile, come dimostrerebbe un «file» in cui i costi previsti vengono comparati a quelli effettivamente sostenuti.

«IL PALCO CROLLA!»
La sicurezza, un optional. Il parcheggio di piazza Giulio Cesare viene inaugurato nonostante fosse ancora da finire, ci piovesse dentro e le certificazioni scarseggiassero. Venne chiuso subito anche perché il palco per l’inaugurazione era sprofondato di 60 centimetri. «Menomale che cedeva un po’ alla volta e i miei se ne sono accorti», racconta incredulo al telefono un tecnico della Dec.

POMPIERI E CANTINE
C’è anche spazio per una sponsorizzazione interessata.

Quella per la festa di Santa Barbara, patrona dei pompieri, direttamente nelle mani del comandante provinciale dei vigili del fuoco (indagato) che - dicono i pm - era completamente asservito ai voleri dell’imprenditore al quale perdonava gravi anomalie nella normativa antincendio. Anche la commissione di collaudo lavorava per la causa. Sapeva della comparsa di 23 cantine abusive accatastate come «intercapedini», destinate ad essere vendute a diecimila euro l’una. E non ha aperto bocca.

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