Berlusconi contro lo stato di polizia tributaria

Il Cavaliere, a Pomeriggio Cinque, espone i punti del suo programma: abolizione dell'Imu, riduzione della pressione fiscale e riforma della Costituzione

Berlusconi contro lo stato di polizia tributaria

Silvio Berlusconi continua la sua maratona televisiva. Ribadisce il suo impegno per il Paese, tuona contro lo Stato di polizia tributaria e ribadisce la necessità di una riforma dell'architettura costituzionale.

"Sono costretto dalla situazione che si è determinata. Avevo annunciato il passo indietro per tenere insieme i moderati che dal 1948 ad oggi sono la maggioranza del Paese. Se l’Udc toglie una fetta di moderati allo schieramento diventiamo minoranza", ha spiegato così il motivo della sua ridiscesa in campo.

Nel corso di Pomeriggio Cinque, l'ex premier ha affermato che "se in Italia un solo partito non riuscirà ad avere la maggioranza e non potrà provvedere alla riforma della Costituzione" dando più poteri al premier, sia sui ministri che sui decreti, senza "vederseli impugnare dai pm di sinistra, l’Italia rimarrà un Paese non governabile. Quindi bisogna che gli italiani diano la maggioranza a un singolo partito che deve arrivare prima di tutto a cambiare l’assetto istituzionale e solo dopo potrà realizzare il suo programma".

E a proposito di programmi, il Cavaliere ha ribadito la sua intenzione di togliere l'Imu sulla prima casa, di abbassare la pressione fiscale di un punto all’anno, eliminando gli sprechi, e ha spiegato che "quando vedo leader e leaderini che presentano i loro punti non posso che sorridere perché quando saranno lì (al governo ndr) non potranno fare niente di importante se prima non hanno una maggioranza".

Dal punto di vista economico, l'ex presidente del Consiglio ha confermato la sua opinione sullo spread, che "continuo a considerarlo un imbroglio". Perché "c’è stato certamente un insieme di
situazioni su cui occorrerà fare luce: tutto è partito dalla decisione delle banche tedesche di mettere in vendita 8 mld di titoli di debito pubblico italiano, poi i fondi americani hanno venduto ritenendo che ci fosse qualcosa. Si è creata una speculazione che ha portato su una richiesta degli interessi che sono passati dal 4,3% al 6% e qualcosa. Si è combinato uno scandalo, la stampa si è scatenata, si è fatto passare per un disastro un fatto che era assolutamente superabile: se i due punti fossero rimasti tali, come non è stato, avrebbero portato su la spesa per interessi di 5 mld e sarebbe stata assolutamente sostenibile"
.

Inoltre, il leader del Pdl ha tuonato contro il fisco opprimente e ha spiegato che "bisogna cambiare il rapporto tra fisco e contribuente, oggi c’è una situazione da Stato di polizia tributaria che non si può tollerare"

Sul tema della giustizia e delle intercettazioni, Berlusconi ha dichiarato che queste "possono restare come strumento investigativo, ma solo per quei reati che prevedono una pena edittale da otto anni in su". E poi ha riproposto il ripristino della legge "civilissima" che prevede l’impossibilità della pubblica accusa di impugnare sentenze favorevoli all’imputato nel primo grado".

Analizzando poi la situazione politica attuale, Berlusconi ha spiegato che "bisogna che gli italiani non vadano a confinarsi nell’area del non voto, che ora rappresenta più del 50%» a cui vanno aggiunti i voti al M5S che sono un voto di protesta: facendo i conti sono soltanto il 30% gli italiani che danno un voto ragionevole. Così non si va da nessuna parte, anzi si va verso il peggioramento".

Infine, facendo un esame dei suoi precedenti governi, Berlusconi ha dichiarato: "Abbiamo fatto
moltissime cose, ma non le riforme promesse sulla semplificazione, sulla riduzione degli impiegati pubblici, sul

sistema fiscale: mi scuso di non avere realizzato una completa rivoluzione liberale, ma ero in buona fede e nemmeno Pico Della Mirandola o il migliore di uomini avrebbe potuto farlo, perché mancano gli strumenti".

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