Le vite degli altri in Vaticano. La vita quotidiana di cardinali e vescovi, semplici impiegati e guardie svizzere, residenti e persone di passaggio da oltre un anno viene setacciata al microscopio. Corrispondenza ed email, telefonate ed incontri: tutto intercettato, registrato, archiviato. E non è escluso che questo monitoraggio quotidiano prosegua anche durante il Conclave. Il settimanale Panorama oggi, nel servizio di Ignazio Ingrao, rivela come da oltre un anno nulla sfugga alla fitta ragnatela di controlli messa in piedi dagli uomini del generale Domenico Giani, a capo della gendarmeria vaticana.
Ma chi ha deciso di monitorare le vite degli altri attraverso una rete di intercettazioni che quasi ricorda la Stasi? La decisione è stata presa dal cardinale Tarciso Bertone. Ovviamente con il consenso di Benedetto XVI. La Curia è finita sotto stretta osservazione da poco più di un anno. L'allerta è scattata quando hanno cominciato a circolare alcune lettere anonime contenenti pesanti minacce rivolte proprio al Segretario di Stato. Missive allusive che citavano frasi di Don Giovanni Bosco e dimostravano una conoscenza non superficiale di vicende interne al Vaticano. Insomma scritte da qualcuno inserito ed informato.
Poi è scoppiato il «Vatican leaks» con la pubblicazione di Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI di Gianluigi Nuzzi e le rivelazioni del «corvo», il maggiordomo personale del Pontefice, Paolo Gabriele. L'unico colpevole ufficialmente riconosciuto insieme all'informatico Claudio Sciarpelletti, accusato però solo di favoreggiamento. Gabriele è stato processato per furto aggravato, ovvero la sottrazione dei documenti personali del Pontefice, condannato e poi graziato dal Santo Padre. Certamente però la condanna non ha chiuso una vicenda che ha avvolto in un clima di veleni e sospetti tutto il Vaticano poi definitivamente «fulminato» dalle inimmaginabili dimissioni di Benedetto XVI.
Accanto alle indagini della gendarmeria, che hanno occasionalmente coinvolto anche le autorità italiane, si sono svolte quelle affidate «senza limiti di mandato» a tre cardinali scelti personalmente da Benedetto XVI. Lo spagnolo Julian Herranz, lo slovacco Josef Tomko e l'italiano Salvatore De Giorgi che hanno consegnato il 17 dicembre scorso al Papa una relazione secretata che verrà messa a disposizione del nuovo Pontefice subito dopo la sua elezione. La commissione cardinalizia oltre alle indagini condotte «in proprio» potrebbe aver visionato il frutto delle intercettazioni eseguite dalla gendarmeria. Dopo avere incontrato lo stesso Giani la commissione ha concluso il suo lavoro ed è stata dichiarata sciolta nell'incontro con il Santo Padre del 26 febbraio scorso: appena due giorni prima della conclusione del pontificato di Benedetto XVI.
Che cosa racconta quella mole di intercettazioni e pedinamenti che ha dato come frutto la registrazione ora per ora di tutti i movimenti di religiosi e laici all'interno delle mura vaticane? Quali segreti contiene insieme alle decine di scatoloni pieni di documenti riservatissimi sequestrati in casa del maggiordomo Gabriele? Sempre Panorama aveva rivelato che dalle carte sarebbe emersa l'esistenza di una sorta di lobby che gestisce
sesso e denaro in Vaticano senza alcuno scrupolo. Che cosa accadrà in questa delicata fase di passaggio con un Conclave che si apre oppresso dal peso di questi segreti in mano a pochissimi tra i quali il Camerlengo Bertone?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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