Sarebbe stato «colpito dalla sua indifferenza» per «sentimenti assolutamente non ricambiati» anche perché mai espressi. È un delitto per una «passione senza riscontro» quello commesso dal bidello Salvatore Lo Presti nella scuola di Vittoria. Lo ha confessato lo stesso omicida alla squadra mobile della Questura di Ragusa spiegando di avere premeditato il delitto. Secondo gli investigatori è stato «una lucida follia», l'insegnante era all'oscuro delle «attenzioni» dell'uomo. L'ennesimo caso di femminicidio si è consumato a Vittoria (Ragusa) all'interno della scuola elementare «Pappalardo». L'omicida è Salvatore Presti, 69 anni, tra un mese sarebbe andato in pensione, circostanza che gli aveva creato un certo disagio psicologico. Lui infatti voleva continuare a lavorare. Lei, la vittima, si chiamava Giovanna Nobile, insegnante di religione, 53 anni, sposata e madre di due figli. Da appena un mese era anche diventata nonna, era una donna solare, sempre allegra, come è stato ribadito dalle colleghe che increduli hanno sperato fino all'ultimo che vincesse la battaglia con la morte. Il tutto si è verificato ieri mattina intorno alle 9 nella sala docenti. La donna stava prendendo servizio quando nella piccola stanza è arrivato Salvatore Lo Presti, che pistola in pugno, (una calibro 7.65 legalmente detenuta) ha cominciato a fare fuoco. Quattro i colpi esplosi contro la povera donna. Due l'hanno raggiunta all'addome. È stramazzata subito al suolo in una pozza di sangue. Lo Presti ha sparato ancora, ma è stato provvidenziale l'intervento di un collega, Salvatore Gallo, 56 anni.
«Non ho pensato minimanente che un colpo potesse raggiungermi - ha detto -. È stato un intervento istintivo. Il colpo è stato sparato in aria. Sono stanco e provato da questa assurda giornata. Conoscevo Lo Presti da diversi anni, era molto noto in paese come il poeta, per la sua passione di scrivere testi, ma sembrava anche uno che ce l'aveva col mondo intero. Non capisco cosa possa essere successo per arrivare a tanto». Non sono state smentite le voci secondo cui tra la vittima e il suo carnefice, ci fossero state in passato delle discussioni.
Dopo aver fatto fuoco, Lo Presti si è allontanato, ma fermato dai poliziotti poco dopo in stato confusionale. Ha accusato anche un lieve malore, ma si è ripreso seppure a fatica rispondendo alle domande degli inquirenti. Scattati i soccorsi, la docente è stata trasportata in ospedale, al «Guzzardi» di Vittoria. Ma è stato tutto inutile. Un colpo, in particolare, l'ha raggiunta al fegato e ha perso molto sangue. I medici stavano per operarla, ma l'insegnante è spirata quasi subito. «Ce l'aveva col mondo intero - conferma un altro suo collega, Biagio Cirica - ma non andava al di là dello sproloquio. In fondo era uno tranquillo, mai e poi mai avrei pensato che gli scattasse questo raptus. Anche stamattina stava facendo i soliti discorsi - ricostruisce il bidello - quando è arrivata la professoressa Nobile, l'ha seguita per le scale e appena dentro la segreteria ha cominciato a sparare. Ma non mi sono preoccupato perché conoscendolo ho pensato che avesse sparato a salve, invece, aveva fatto terribilmente sul serio». Sconvolto il dirigente didattico, Sebastiano Lima: «Stavo facendo esami in una scuola di Acate - ricostruisce il dirigente - quando mi hanno telefonato. Stentavo a crederci perché il bidello era solito sproloquiare ma non aveva dato in precedenza motivi di preoccupazione. Non so cosa sia scattato nella sua mente.
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