Bimbi contro verdura L'eterna battaglia si vince con la fantasia

Frutta e insalata sono il segreto del benessere. Ecco un decalogo per convincere i piccoli a consumarne di più

Bimbi contro verdura L'eterna battaglia si vince con la fantasia

Il problema è di quelli vecchi come il mondo. Tanto che da decenni molti marchi del settore alimentare s'ingegnano, proponendo sul mercato ogni sorta di dessert a base di frutta, crespelle in cui la verdura è tritata, camuffata, nascosta, pappine e cremine con dentro percentuali variabili di quei cibi di cui i più piccoli, in genere, proprio non ne vogliono sapere. Eppure l'importanza di mangiare una buona quantità di frutta e verdura - fresca, non sottoposta a trattamenti e lavorazioni - è nota a tutti: come fare allora a convincere i bambini? Il tema acquisisce maggiore importanza ora che il legame tra il cattivo rapporto con questi alimenti e alcune malattie come obesità e anoressia è sottolineato da uno studio dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù. Per dare una mano in questo senso ai genitori, proprio gli esperti dell'ospedale romano hanno stilato un decalogo, suggerendo errori da non fare e comportamenti virtuosi per evitare che il cronicizzare di abitudini sbagliate -selettività (cioè la tendenza a mangiare solo alcuni tipi di alimenti) e neofobia (la paura di cibi nuovi)- inneschino quei disturbi alimentari.
Prima di tutto, qualche trucchetto: se a vostro figlio non va per niente giù la verdura in un certo modo, provate a cambiare il modo di cucinarla. È banale, ma spesso dimentichiamo che ciò che viene bollito può essere saltato in padella o cotto al forno, con risultati nettamente diversi per le papille gustative. Meglio, poi, se tutta la famiglia mangia le stesse cose. I bambini, infatti, tendono a imitare i genitori nei loro comportamenti, e quelli alimentari non fanno eccezione. Quindi, anche a tavola bisogna dare il buon esempio. Sebbene il decalogo sia stilato guardando in particolar modo ai bambini nell'età più «critica» -quella compresa tra i 2 e i 4 anni- molte delle regole che vi si trovano valgono, in realtà, un po' per tutti noi. Ad esempio, mai consumare i pasti stravaccati sul divano davanti alla tv, o mentre si è davanti al computer. Pranzo e cena devono essere vissuti come un rito, da consumarsi tutti insieme, seduti a tavola, con la tv spenta, possibilmente in orari fissi della giornata. È sbagliato, però, obbligare i bambini a mangiare un alimento che rifiutano, o a finire ciò che hanno nel piatto anche se si dichiarano sazi. Così come non è particolarmente educativo promettere il gelato o un dolce come premio per aver mangiato quella verdura che odiano: il punto è che i più piccoli devono imparare a conoscere, con il gusto e l'olfatto, cibi diversi, e arrivare a mangiarli con consapevolezza e in modo volontario, non dietro una sorta di «ricatto».
Ecco perché bisogna finirla anche con le mamme che vanno da sole a fare la spesa, cucinano e poi chiamano il figlio solo quando il piatto fumante è servito in tavola: i figli devono partecipare, non trovarsi, è il caso di dirlo, la «pappa pronta». Vanno coinvolti nel momento della scelta, portandoli con noi al supermercato. E in quello della trasformazione, così la pietanza in tavola viene percepita anche come il prodotto della propria creatività, non «subìta». Il segreto, insomma, è far diventare la cucina e la tavola un gioco.

E poi, care mamme, pensateci: vi conviene farvi aiutare ora, e insegnare a vostro figlio l'arte della cucina, non solo per preservare la sua salute. Non vorrete mica passare il resto dei vostri giorni a cucinare per lui?
Twitter @giulianadevivo

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