Calenda incontra la Meloni. "Aperture sulla manovra..."

Il leader del Terzo Polo a colloquio con il presidente del Consiglio: "Abbiamo riscontrato parecchia disponibilità su alcune nostre proposte"

Calenda incontra la Meloni. "Aperture sulla manovra..."

Un incontro di circa un'ora e mezza tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il leader del Terzo Polo Carlo Calenda per avviare un confronto in occasione del varo della manovra previsto entro la fine dell'anno. Il numero uno di Azione è uscito da Palazzo Chigi abbastanza soddisfatto dopo aver incassato una serie di disponibilità da parte del primo ministro su alcune tematiche trattate. Allo stesso tempo non ha fatto mancare stoccate all'indirizzo del Partito democratico, arrocato invece in una opposizione pregiudiziale.

L'incontro Meloni-Calenda

Il faccia a faccia era stato concordato diversi giorni fa e alla fine gli impegni presi sono stati rispettati. Calenda l'ha definito un incontro "estremamente positivo": senza dubbio sono emerse molte divergenze, ma contemporaneamente ha registrato con piacere "parecchia disponibilità su alcune nostre proposte".

Sul tavolo sono finiti molti temi cruciali in vista del percorso parlamentare della Legge di bilancio, come ad esempio un'estensione di impresa 4.0 e un tetto al costo del gas al posto dei crediti di imposta. Tra le altre cose hanno trovato spazio anche il reddito di cittadinanza, l'aumento degli stipendi dei sanitari, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e il ripristino di Italia sicura. "Su molte di queste cose abbiamo trovato un'apertura", ha fatto sapere il numero uno di Azione.

Calenda ha rivelato di aver trovato "un ascolto positivo" da parte dell'esecutivo su come "implementare meglio" alcune misure contenute nella manovra. Tuttavia ha voluto mettere le cose in chiaro: si è trattata semplicemente della conferma che il Terzo Polo rappresenta l'opposizione dialogante, smentendo dunque le voci su un possibile ingresso futuro in maggiorenza. "Non c'è stata nessuna richiesta di fare da stampella e noi non l'avremmo accettata. Abbiamo semplicemente detto che non faremo ostruzionismo per cercare di andare oltre i tempi previsti e mandare il Paese in esercizio provvisorio", ha assicurato.

L'ex ministro ha annotato di aver trovato Giorgia Meloni "molto preparata sul merito delle questioni, conosceva la nostra presentazione che avevamo mandato". E ha voluto lanciare una frecciatina a Forza Italia: "Se i partiti di governo, leggi Forza Italia, invece di sabotare Meloni contribuissero a fare la manovra...". Sul punto è arrivata la replica di Licia Ronzulli, capogruppo del partito azzurro al Senato: "Calenda pare un pò confuso, dimentica di essere seduto nell'opposizione. Non accettiamo lezioni da chi ha perso le elezioni ed è destinato all'irrilevanza politica. Noi sabotiamo Meloni? Assolutamente no: FI dà un contributo, è leale al governo, è molto saldamente in questa maggioranza".

Le stoccate al Pd

Toni concilianti con il governo, meno con le opposizioni. Nello specifico Calenda ha messo nel mirino il Partito democratico, a cui dice di aver inviato le proprie proposte per la contro-manovra senza però aver ricevuto risposte. Da parte del leader di Azione è arrivata una bocciatura alla manifestazione del Pd contro la Legge di bilancio: "Io non vado in piazza senza spiegare cosa chiedo di diverso per il Paese. È una cosa che non ha nessuna costruttività".

Il numero uno del Terzo Polo non ha ovviamente messo in discussione la legittimità delle proteste di piazza, ma ha sottolineato che il modo di agire dei dem non è tipico di uno spirito costruttivo con il governo: "Siamo in una condizione per cui non si può continuare a fare questa roba di andare in piazza per qualsiasi cosa senza mai spiegare e chiedere soldi su tutto. Così siamo buoni tutti".

Infine ha pungolato anche Enrico Letta: "Si lamentano che non hanno interlocuzione, ma quando l'interlocuzione è su cose concrete non rispondono mai. E la ragione è che sulle cose concrete all'interno sono divisi in centomila rivoli".

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