Roma - Ignazio La Russa, oggi a Roma ci sarà la spedizione dei Mille; non garibaldini e rossi ma destrorsi e neri. I mille soci della fondazione di An dovranno affrontare due questioni spinose: soldi e l'uso del simbolo. Partiamo da?
«I soldi. Chi sia chiaro una volta per tutte: non vogliamo toccare un euro del tesoretto della Fondazione che deve continuare a gestirlo nella più completa autonomia».
Poi c'è la questione del simbolo. I sondaggi dicono che da solo vale tra il 2 e il 4%. Mica male...
«Questo non lo so. Ma l'intento di Fratelli d'Italia non è vivere della rendita del simbolo di An ma costruire un progetto che, come fece Alleanza nazionale, vada al di là di An».
Però presenterete una mozione che autorizzi l'uso del vecchio simbolo?
«Sì, a differenza di chi lo ha già utilizzato unilateralmente, noi chiediamo alla Fondazione il permesso di usare, in toto o in parte e all'interno del simbolo Fratelli d'Italia/Officina per l'Italia, il vecchio logo di An».
Ha fatto un chiaro riferimento a La Destra di Storace, Menia, Poli Bortone e gli altri. Anche loro chiedono il simbolo...
«Sì ma noi, che siamo l'unica forza che si richiama ad An in Parlamento, non abbiamo alcun atteggiamento di chiusura. Non solo: proprio ieri (oggi per chi legge, ndr) abbiamo aperto un file con loro».
Quale «file»?
«Ci siamo incontrati e abbiamo promesso che in questa fase costituente siamo prontissimi a fare una segreteria generale del nostro congresso - che si terrà a gennaio - inserendo tutti coloro che si dichiarano disponibili a proseguire il nostro percorso».
E come è andata? Mi sembra che l'accordo non ci sia...
«I rapporti sono buoni ma da parte loro restano le perplessità sulla questione del simbolo. A questo proposito, vorrei fare un appello all'amico Storace».
Prego.
«Convergere sulla nostra mozione che esprime il pensiero né suo né nostro. Non accontenterà in toto né quelli de La Destra né noi di Fratelli d'Italia. Ma farà felice tutti quegli italiani che sperano in un solo soggetto che si richiami alla nostra storia».
Ma Fratelli d'Italia dovrebbe fare la calamita da una posizione di forza...
«Posizioni di forza no; posizioni paritetiche sì. Siamo inclusivi e riprendiamo la lezione di Pinuccio Tatarella: vogliamo una destra che unisca, che allarghi i suoi orizzonti, che apra le porte anche a chi non ha le nostre radici. E infatti in Fratelli d'Italia c'è chi non ha mai avuto niente a che fare col Msi o con An».
D'accordo ma ad oggi l'accordo non c'è. Prevede tensioni all'assemblea?
«Potrebbero esserci ma mi auguro che non si butti tutto in caciara».
A parte il simbolo reclamato sia da voi sia da Storace c'è anche un'altra area, oggi minoritaria all'interno della fondazione che fa capo a Matteoli e Gasparri. E loro?
«Sono stati molto corretti. Ovviamente la loro tesi è che il simbolo non venga utilizzato da nessuno e presumo che presenteranno una mozione in questo senso».
C'è chi sostiene che,
siccome il Pdl non c'è più e loro sono rimasti con Berlusconi, Gasparri e Matteoli non siano più legittimati a dire la loro nella Fondazione.«Lo so. Ma loro sono ancora iscritti e non credo sia giusto escluderli».
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