Caso Almasri, al Tribunale dei Ministri arriva la denuncia di una vittima delle torture

Al fascicolo contro il premier Giorgia Meloni, i mninistri Piantedosi e Nordio, si aggiunge la denuncia di Lam Magok Biel Ruei, vittima e testimone delle torture del comandante della polizia Libica

Lam Magok Biel Ruei
Lam Magok Biel Ruei
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Al fascicolo contro il premier Giorgia Meloni, il titolare del Viminale Matteo Piantedosi e il Guardasigilli Carlo Nordio per il caso del generale libico Osama Almasri si aggiunge la denuncia presentata lo scorso 3 febbraio da Lam Magok Biel Ruei, vittima e testimone delle torture del comandante della polizia giudiziaria oggetto del mandato di cattura della Corte penale internazionale.
La Procura di Roma avrebbe trasmesso oggi il fascicolo al Tribunale dei ministri competente per giudicare premier, ministro dell’Interno e ministro della Giustizia, accusati di favoreggiamento per non aver dato seguito al verdetto della Corte internazionale e aver sottratto il torturatore libico alla giustizia.
Tutto nasce dalla denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, ex sottosegretario alla Giustizia nei governi di centrosinistra, in cui oltre al favoreggiamento si ipotizzano anche i reati di peculato (per l’uso dell’aereo di Stato per il rimpatrio di Almasri) e di omissioni di atti d’ufficio, che già ha messo in moto l’iter processuale con la richiesta di esibizione atti al ministero della Giustizia e al Viminale dopo il contestato avviso di garanzia emesso dal procuratore Francesco Lo Voi («non avevo margini di discrezionalità, non c’erano alternative, era un atto dovuto», la sua tesi) nei confronti di mezzo esecutivo che ha innescato un possibile procedimento disciplinare al Csm e l’ennesimo braccio di ferro tra Parlamento e Anm sulla riforma della giustizia.


Il 32enne del Sud Sudan Biel Ruei era stato già ospite d’onore in una conferenza stampa organizzata dall’opposizione assieme ad altri due stranieri, Mahamat Daoud e David Yambio, entrambi arrivati in Italia dalla Libia. Yambio è il sudanese coinvolto nell’inchiesta della Procura di Palermo anticipata dal Giornale che ha visto il coinvolgimento del prete di Mediterranea don Mattia Ferrari (link).

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