Caso Francia, la Rai smonta le accuse

L’ad Sergio alla Vigilanza: RaiNews24 ha dedicato 321 minuti al voto, nessun buco

Caso Francia, la Rai smonta le accuse
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I numeri forniscono certezze granitiche e smentiscono le fake news.
RaiNews 24, tra il secondo pomeriggio del 7 luglio e la prima mattina dell’8 luglio, cioè nella serata e nella nottata delle Legislative francesi, ha riservato a quelle elezioni il 44.6% del tempo. Altro che omissioni a causa del risultato sgradito.
Paolo Petrecca, il direttore di RaiNews, è stato attaccato dalla sinistra e da alcuni quotidiani per le scelte del canale all news che dirige. Attacchi relativi proprio alla presunta mancata copertura dei risultati della competizione d’Oltralpe. Lo hanno chiamato «buco informativo». Il Pd, anche ieri, ha continuato a chiedere le dimissioni di Petrecca. Ma la fotografia dell’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio è destinata a spegnere le polemiche. O almeno dovrebbe. Alla triangolazione elettorale tra il presidente Emmanuel Macron, Marine Le Pen e Jean Luc Mélénchon sono stati dedicati infatti 321 minuti. Non proprio un’inezia.
Le elezioni legislative francesi, peraltro, devono ancora essere decifrate del tutto nei loro effetti. Non è detto che la futura composizione governativa sia così favorevole alla sinistra massimalista.
Sergio ha scritto una lettera alla presidente della commissione Vigilanza, la grillina Barbara Floridia.
Statistiche alla mano, l’amministratore delegato ha sciorinato tutte le cifre. Con anche una sottolineatura: nel 2022, la tv pubblica non aveva previsto uno speciale per le elezioni transalpine. Nel 2024, sì, con ben due speciali: quello di RaiNews“4 appunto, e uno che è andato in onda sul Tg3. Dalle edizioni serali dei telegiornali di tutte e tre le reti principali, passando per le 9 ore di informazione centrata solo sulle Legislative e per i due speciali, arrivando quindi sino al distinguo con il 2022, la sinistra avrebbe poco a cui appigliarsi, in pratica nulla.
Ma il Pd continua lo stesso e Sandro Ruotolo, schleiniano di ferro e responsabile informazione della segreteria, si spinge sino alla definizione di «alibi farlocchi». E ritira fuori l’espressione «Telemeloni». La maggioranza replica con Augusta Montaruli, vicepresidente della Vigilanza, parlamentare di Fdi, che ritiene gli attacchi della sinistra «anti-italiani». «Chi pagherà - si chiede Montaruli - per una azione composita, ai limiti del mobbing, contro chi dirige e lavora per garantire informazioni plurime e imparziali nei modi e nei tempi?». Insomma, numeri restano numeri.
Ieri è stata anche la giornata in cui è stata rigettato il ricorso sullo sciopero dello scorso 6 maggio. il tribunale del lavoro di Roma ha disposto come le scelte del direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci non siano state «anti-sindacali». Il giudice Laura Cerroni ha messo nero su bianco che la tv pubblica «ha mandato in onda un'edizione straordinaria del Telegiornale della testata Tg1 senza fare ricorso al personale scioperante, potendo utilizzare quello regolarmente in servizio». E come questo «non violi le prerogative sindacali».

Francesco Palese, segretario del sindacato Unirai, è lapidario: «Il monopolio è caduto», afferma. Va segnalata una condanna relativa invece alla non lettura del comunicato sindacale di sciopero in alcuni notiziari di RaiNews24.

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