"Il Cav dava fastidio perché tutelava l'Italia"

Tajani: "Era l'unico a fronteggiare la Merkel e a opporsi allo strapotere della Germania"

"Il Cav dava fastidio perché tutelava l'Italia"

Roma -Tajani, ha letto le anticipazioni del libro di Tim Geithner? Parla apertamente di complotto per far cadere Berlusconi nel 2011. Pensa davvero che ci sia stato un complotto?
«Penso quel che è davanti agli occhi di tutti», risponde il vicepresidente della Commissione Ue all'Industria. «Vale a dire che Silvio Berlusconi era un leader scomodo per chi voleva un'Italia con il cappello in mano in Europa. Controbilanciava il potere della Germania. Dava fastidio perché davanti a tutti metteva gli interessi degli italiani e delle imprese italiane. Il resto, comprese le lacrime della Merkel durante il G20 di Cannes, è gossip. La verità è che Silvio Berlusconi seguiva una politica estera a favore dell'Italia. E questo dava fastidio a molti in Europa».

Vale a dire?
«Vale a dire, che Berlusconi aveva ottimi rapporti con la Russia, con Israele, con la Turchia, senza dimenticare gli ottimi rapporti con il mondo arabo. E restando il primo alleato degli Stati Uniti. Non credo che capiti a molti primi ministri essere invitati a fare un discorso al Congresso americano. E Obama, quel giorno, era presente. È del tutto evidente chi e per quale motivo lo voleva disarcionare. Perché stava portando in giro nel mondo un'Italia diversa dal passato. Voleva cambiare le regole della Banca centrale europea. E non dimentichiamo che nel 2005 propose e ottenne la riforma del Patto di stabilità: non più solo rigore finanziario, ma anche crescita».

Quindi, il complotto c'è stato...
«Basta guardare chi è venuto dopo Berlusconi. Mario Monti era ed è completamente omogeneo alla Germania, Enrico Letta non aveva la forza politica, e Matteo Renzi che è totalmente ininfluente sulle scelte di Bruxelles. L'establishment giudicava Berlusconi un uomo scomodo. Dava fastidio la sua idea di riformare la Bce. E per impedirlo, i suoi nemici europei hanno fatto leva sugli avversari interni di Berlusconi. Lo hanno indebolito pur di raggiungere un unico fine: bloccare la sua politica estera».

E sostituirlo a Palazzo Chigi...
«Non dimentichiamo che fu Berlusconi, grazie ai suoi rapporti con Putin, a fermare i russi durante la crisi della Georgia. E sono certo che la vicenda ucraina avrebbe avuto un'altra evoluzione se a gestirla ci fosse stato Berlusconi. Alla nomenklatura europea dava fastidio che l'Italia non fosse più “pizza e mandolino”. Dava fastidio il dinamismo delle nostre imprese nel Nord Africa e in Turchia. Dava fastidio la capacità di Berlusconi di fronteggiare la Merkel, come gli ho visto fare durante i vertici del Ppe. Quindi, tutto convergeva sulla necessità di marginalizzare l'Italia. Per riuscirci, però, bisognava togliere Berlusconi da Palazzo Chigi».

E così è stato...
«Chi ha parlato per primo della necessità di realizzare un sistema di difesa europea? Chi ha parlato di una task force d'intervento europeo? Berlusconi. E chi si opponeva a questi progetti che puntavano a creare una maggiore integrazione europea? Francia e Germania».

Guarda caso i due Paesi sospettati, durante il vertice di Cannes, di aver inviato emissari da Obama per convincerlo a far decadere Berlusconi...


«I rapporti con Obama sono sempre stati ottimi. Non dimentichiamo che fu Berlusconi a volere il vertice di Pratica di Mare con Bush e Putin. L'Italia tornava a essere centrale nella politica estera. Per questo Berlusconi dava fastidio».

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