La Confindustria mette una pietra su Monti: "Non c'è alcuna possibilità di ripresa entro l'anno"

Lunga telefonata tra Squinzi e Napolitano. Gli industriali bocciano il governo: "Lo scenario continua a peggiorare"

Proprio mentre i Btp decennali non mollano di un millimetro i punti che appesantiscono il differenziale coi Bund tedeschi, il premier Mario Monti incassa una sonora bocciatura da quell'economia reale su cui lui stesso ha voluto improntare l'intera azione di governo. È infatti la Confindustria a mettere una pietra sopra l'esecutivo dei tecnici spiegando che per il sistema Italia non c'è alcuna possibilità di ripresa entro la fine dell'anno.

La situazione è emergenziale. L'appello lanciato nei giorni scorsi dal Giornale, "Fate presto", sembra aver finalmente dato una scossa. Le Borse, in una instabile altalena, continuano a bruciare i risparmi degli italiani, mentre lo spread tra Btp e Bund resta oltre la soglia drammatica dei 500 punti base arrivando addirittura ai livelli segnati quando il Professore si insediò a Palazzo Chigi. Questa mattina, a quanto si apprende, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi per fare il punto sulla situazione economica del Paese e sui rischi di contagio da parte della Spagna. "Siamo nella tempesta", aveva detto ieri lo stesso Squinzi. Oggi il Centro studi di viale dell'Astronomia fa di più: mette nero su bianco le previsioni economiche per il Paese. Previsioni che non ci fanno sperare granché. "Lo scenario globale è ulteriormente peggiorato - commentano gli economisti della Confindustria - in Italia la diminuzione del pil proseguirà". Senza nascondere che ci sarà qualche timido segnale di rallentamento della flessione a partire dall’estate inoltrata, il Centro studi spiega che, con la chiusura del secondo trimestre con tutti gli indici negativi, si sono di fatto annullate "le probabilità di rilancio nella seconda metà dell’anno".

Pur essendo partita dalla periferia, la contrazione dell’attività economica ha ormai coinvolto le economie "core". Dai Paesi dell’Eurozona, infatti, le onde recessive si stanno allargando al resto del mondo che di per sé non gode di ottima salute. Secondo la Confindustria, infatti, "la Bce agisce in misura limitata sia con gli strumenti ordinari (tassi, ndr) sia con quelli straordinari (acquisto diretto di titoli di Stato, ndr), per vincoli politico-culturali più che istituzionali". Non solo.

I tecnici di viale dell'Astronomia fanno notare che per riuscire ad uscire dalla crisi economica dipende "quasi tutto dall’evoluzione del quadro in Eurolandia" che "sempre più appare intrappolata in una spirale depressiva, a causa non tanto di aggiustamenti ineluttabili quanto dell’incertezza e dei danni che la gestione europea della crisi provoca, tra l’altro con politiche di risanamento troppo restrittive".

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