I 300mila euro e la tutela legale: a rischio il contratto di Grillo con i 5s

I vertici del Movimento impegnati a valuare il rinnovo delle condizioni contrattuali con il comico genovese. La patata bollente nella mani di Giuseppe Conte, che dovrà evitare malumori tra i grillini

I 300mila euro e la tutela legale: a rischio il contratto di Grillo con i 5s

Il futuro del Paese può attendere. Quello di Beppe Grillo invece no. I vertici dei Movimento Cinque Stelle sarebbero affaccendati nella risoluzione di una questione significativa e sulla quale non si accetterebbero dilazioni. Gli adempimenti del Pnrr? Macché, a quelli ci penserà il governo. Tra i pentastellati l'impellenza da affrontare riguarda piuttosto la posizione "contrattuale" del comico genovese. A maggio scadrà infatti l'intesa da 300mila euro annui (divisi in due contratti) per la collaborazione del garante con il Movimento come comunicatore. Un patto che aveva creato divisioni e malumori anche tra gli stessi grillini. Ebbene: ora, che fare?

Secondo rumors interni ai 5s raccolti dal Corriere, l'accordo per il rinnovo sarebbe ormai vicino. Ma ancora mancano le firme e l'ufficialità. La patata bollente è nuovamente nelle mani di Giuseppe Conte, che da una parte deve assecondare il co-fondatore del Movimento e dall'altra deve tenere a freno eventuali malcontenti per un nuovo contrattone col padre-padrone del partito. Già in passato, infatti, pare che alcuni pentastellati si fossero lamentati per quel patto così ben remunerato, minacciando di non contribuire più alle spese del partito come invece prevede la prassi grillina. Più di recente, altri militanti avevano invece lamentato una certa disattenzione di Grillo alle faccende del Movimento, sostenendo che il comico avesse ormai in mente il proprio spettacolo nei teatri.

Ma per i vertici pentastellati le decisioni da prendere non sono finite. Sempre secondo indiscrezioni, infatti, Grillo non sarebbe più coperto dalla manleva per eventuali cause legate al suo ruolo di garante dalle ultime elezioni politiche. Quella tutela - stando a quanto si apprende - era stata garantita al fondatore del Movimento con un accordo da lui siglato nel 2018, alla vigilia delle elezioni, quando alla guida del partito c'era Luigi Di Maio. Quel contratto lo tutelava per una importante cifra in caso di azioni giudiziarie mosse contro di lui per via del suo ruolo politico. Ora quella manleva sarebbe venuta meno, esponendo il garante ai conseguenti rischi della mancata copertura.

Secondo alcuni, non è un caso che negli ultimi tempi il comico abbia limitato le proprie bordate politiche e le picconate contro lo stesso Movimento. Meglio concentrarsi su altro, come l'assurda e provocatoria neo-religione dell'Altrovismo. Oppure, meglio parlare di carne sintetica (abbracciando chiaramente la causa).

Come andrà a finire? Le cifre previste dall'eventuale rinnovo dei contratti sono importanti, certo, e qualcuno tra i grillini potrebbe tornare a storcere il naso. Ma in molti scommettono che alla fine - senza troppe difficoltà - il garante riuscirà a ottenere le condizioni a lui più favorevoli. Uno vale uno, ma Beppe vale un po' di più.

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