Crosetto e quella frase sulle truppe italiane: cosa ha detto alla Camera

Il ministro in audizione alla Camera: "Presto dovremo decidere su un nuovo modello di difesa che aumenti l'organico delle truppe"

Guido Crosetto
Guido Crosetto
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"Il ministro della Difesa non deve porsi la domanda di rispondere ogni giorno alle provocazioni giornalistiche, ma deve chiedersi: se l'Italia domattina subisse un attacco di tre ore come quello ricevuto da Israele sarebbe in grado di difendersi? Se la risposta è no, deve agire".

A dirlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto in audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sulle missioni internazionali, ribadendo di avere il compito di "impedire che quelle bombe cadano sulle città, sugli ospedali, sull'Italia". "Il tempo con cui deve rispondere, tre ore, sei ore, due giorni, un mese, è una risposta politica. Ma la necessità di rispondere a un attacco di quel tipo non è un fatto politico, ma quello che deve fare il ministro della Difesa, qualunque sia la coalizione che lo regge", ha aggiunto. "La scelta politica è sulla quantità di tempo, che deriva dal giudizio che quella maggioranza dà sulle prospettive di peggioramento delle crisi nazionali. Ci sono paesi europei convinti che saranno in guerra tra due-tre anni: i baltici, la Polonia, agiscono come se la guerra fosse alle porte".

Crosetto ha poi sottolineato come "nessuno può pensare di ricostruire la difesa di un paese prevedendo scenari bucolici, anche se li vorremmo". "La pace è un equilibrio di forze", ha detto, "Quello a cui tendiamo e quello in cui nessuna delle forze in campo ha armi, è il disarmo da due parti. Un equilibrio verso il basso, che garantisce la pace. Ma quando una delle due parti è armatissima, se l'altra parte non mantiene l'equilibrio, allora è difficile mantenere la pace - ha concluso Crosetto - È il dramma dei tempi in cui viviamo".

Di certo, spiega il ministro, l'Italia dovrà ripensare alla sua difesa: "Nei prossimi mesi o anni le Camere dovranno decidere su un nuovo modello di difesa che preveda un aumento di organico, così la formazione, gli investimenti in difesa", ha aggiunto, "In questi giorni si sente spesso parlare di riarmo. Noi continuiamo a sostenere che l'interesse dell'Italia non è perseguire il riarmo ma costruire la difesa. Il nostro interesse è dare a questo Paese uno strumento di difesa efficiente e in grado di assolvere i compiti che la legge e la Costituzione dà alla difesa di un Paese.

Oggi la mancanza di investimenti, che dopo la caduta del Muro sono scesi drasticamente, richiede una accelerazione, sia per il personale dove i numeri sono stati tarati in altra epoca storica che sta cambiando profondamente, sia per formazione e investimenti".

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