Il faccendiere Pierangelo Daccò, interrogato dai magistrati milanesi, oltre a raccontare le vacanze con il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, ha precisato anche di avere organizzato in più di un’occasione cene per i partecipanti al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Ad una precisa domanda dei pubblici ministeri in merito a pagamenti di ristoranti ed alberghi, tra cui il Meridien in occasione del Meeting di Cl, Daccò ha risposto: "Prenotavo sempre presso il Meridien circa dieci stanze che poi mettevo a disposizione dei miei ospiti. Inoltre, organizzavo sempre, durante ogni Meeting, una cena presso il ristorante Lo Squero alla quale invitavo circa 50 persone. Tuttavia, spesso tali cene si allargavano anche agli amici dei miei ospiti, per cui vi partecipavano anche 180 persone. Per tali cene, sostenevo spese in ciascuna occasione di circa 18.000 euro".
Dopo le dichirazioni di Pierangelo Daccò, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni torna alla carica.
"Prosegue con grande clamore la pubblicazione di atti coperti da segreto istruttorio e riguardanti interrogatori di persone detenute. Verbali che talvolta assumono forme diverse e che sono anche interpretati in maniera diversa a seconda di chi li pubblica: ad esempio, quando Daccò dice "non ho mai avuto nulla in cambio da Formigoni", è chiaro quello che intende dire e cioè che non ha mai avuto favori in cambio, ma c’è sempre qualcuno che per ricondurre la realtà ai suoi fini lo interpreta come "non ho avuto da Formigoni rimborso dei soldi anticipati", scrive Formigoni in una lettera aperta.
"Probabilmente la pubblicazione illegale di tali atti continuerà anche nei prossimi giorni, con sempre nuovi particolari impossibili da verificare. Tali atti non contengono nulla di penalmente rilevante né a carico mio, né di miei collaboratori, ma danno spazio a speculazioni e attacchi politici senza precedenti, infondati, che hanno l’evidente scopo di minare la credibilità mia e del governo di Regione Lombardia. Dico subito che questi attacchi falliranno come sono falliti finora: non cederò al ricatto", scrive ancora Formigoni, aggiungendo che "sarebbe impossibile per chiunque rispondere agli infiniti nuovi particolari verosimili, inverosimili o di fantasia. E dunque non lo farò".
Infine, ha concluso Formigoni, "confermo invece tutto ciò che ho detto in queste settimane e questi giorni, anche se non mi metto a discutere e a contraddire chi è in carcere da 6 mesi (benché la Cassazione abbia annullato la decisione a lui contraria del Tribunale della Libertà) e ha tutto il diritto di difendersi. Mi limito a correggere o smentire alcune delle più importanti falsità che sono state scritte in questi giorni. Primo: sono stato talora ospite sulla barca Ad Maiora di Antonio Simone, amico da 40 anni, sempre su suo invito, spesso in compagnia di parenti o amici di Simone e di Daccò o di loro stessi: qualche week end di giugno o luglio, alcuni giorni durante le vacanze di agosto. Altro che barche a totale disposizione per mesi e mesi! Secondo le spese al Meeting di Piero Daccò mi riguardano solo molto parzialmente: ho partecipato a tutte le 31 edizioni del Meeting e sono stato a colazioni o a cene con centinaia di ospiti; con Daccò soltanto 2 o 3 volte in tutto. E basta. Terzo mai stato a Rio de Janeiro con Piero Daccò. Quarto le spese attribuite a Daccò nei resoconti giornalistici non riguardano certo me o solo me.
Ricordo che Piero Daccò è stato in tutti questi anni un imprenditore in campo sanitario soprattutto all’estero (Cile, Argentina, Israele...) con migliaia di rapporti in tutto il mondo. Quinto 51mila euro per un volo da Milano a Nizza come oggi pubblicato? Questa è una di quelle cifre inverosimili che tolgono ulteriore credibilità al tutto".
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