Dopo i sacrifici per riportare i conti dell'Italia in ordine, la priorità di Monti si chiama agenda digitale. Dai pagamenti alle comunicazioni, tutto diventerà digitale. E poi basta con le file agli sportelli: meglio i portali che permettono ai cittadini di interagire con le pubbliche amministrazioni senza alzarsi dal divano. Proprio come il sito dell'Inps che da qualche tempo ha un utilissimo sportello online, ormai obbligatorio per qualsiasi operazione (indipendentemente da età e scolarizzazione del pensionato).
Sì, ma che fatica accedervi. Primo passo: richiedere il pin. Sicurezza e privacy prima di tutto, bravi. Inseriamo il nostro codice fiscale e ci appare un nuovo modulo in cui ci vengono richiesti i dati anagrafici. E tra i recapiti compare la "famigerata" posta certificata (che si può richiedere con un'altra lunga trafila tra web e fila alle Poste). Fortuna che non è obbligatoria inserirla. Completiamo la procedura e il sistema ci dà una stringa di 8 caratteri. Il pin? Nientaffatto: solo la metà. Il resto, dopo un controllo telefonico dei nostri dati, ci arriverà tra qualche giorno nella cassetta delle lettere. Sì, proprio una busta cartacea con il codice oscurato. Alla faccia del digitale. Solo allora sarà possibile attivare il profilo sul portale e accedere ai servizi online.
E non va meglio per altri siti istituzionali. Basta pensare alla Carta regionale dei servizi della Lombardia, la tessera sanitaria che permette, tra l'altro, di visualizzare referti e cartelle cliniche sul sito dedicato.
Peccato che per accedere, oltre a dover chiedere di persona il pin agli sportelli Asl, ci sia bisogno di un lettore di smart card (un dispositivo da attaccare al pc in cui infilare la tesserina e che costa una ventina di euro). Insomma, quello che sicuramente si digitalizza è la burocrazia. Siamo sicuri che tutti gli italiani siano in grado di registrarsi a un portale e usare tutti i servizi online?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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