Il dramma di Carolina in coma. La vita del figlio legata alla sua

La 24enne incinta è in coma dopo l'agguato in cui è stato ucciso suo padre. Si spera nel doppio miracolo

Nel lettino della sala di Rianimazione dell'ospedale Cardarelli di Napoli, Carolina Sepe, la 24enne ferita domenica scorsa con un colpo di pistola alla testa mentre era nella sua casa a Lauro (Avellino), è ancora in coma.

La ragazza è incinta alla decima settimana: madre e figlio sono legati alla stessa sorte. Troppo pochi, due mesi e due settimane di gestazione, per far nascere il piccolo e garantire la vita almeno a lei. La sua tragica storia sta commuovendo il suo paesino, Lauro, e tutta la Campania, che ora spera in un doppio miracolo.

Due giorni fa Carolina è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico alla testa per rimuovere alcuni frammenti del proiettile. «L'operazione è riuscita – spiega il direttore sanitario del Cardarelli, Franco Paradiso. Non c'è stata alcuna complicazione ma le condizioni di Carolina restano gravi».

La giovane è in prognosi riservata, sedata. La situazione è definita dai medici «stazionaria», e potrebbe essere già un segnale positivo. «Con una ferita del genere, che ha provocato un danno cerebrale alla paziente, è già un piccolo, buon segno che il suo quadro non sia peggiorato», spiegano dall'ospedale napoletano.

Tenere in vita Carolina vuol dire tenere in vita anche il suo bambino. Davanti al vetro della Rianimazione ci sono i familiari della donna che pregano per le due vite. Sono i superstiti al massacro messo in piedi dall'ex guardia giurata Domenico Aschettino, 40 anni, arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Avellino.

Interrogato dal gip che ha convalidato il fermo, il killer ha detto di aver reagito a una provocazione della vittima, che pretendeva da lui un risarcimento per un incidente verificatosi tra i due. Ma stando alla ricostruzione dei fatti sino ad oggi, l'incidente non pare essere avvenuto.

Tra i due, però, per stessa ammissione dell'assassino covavano vecchie ruggini che coinvolgevano anche il resto delle rispettive famiglie. «Volevo chiudere i conti definitivamente ma poi ho perso la testa e ho sparato all'impazzata», ha detto Aschettino al gip, che per ora contesta l'elemento della premeditazione.

Aschettino sabato mattina ha ucciso Vincenzo sotto gli occhi di un vicino, dopo aver pesantemente discusso con lui. Poi, quando sembrava che stesse per andar via, è ritornato sui suoi passi.

E ha nuovamente sparato, stavolta sul figlio di Vincenzo, Orlando, poi ha fatto irruzione nella casa al piano terra dei Sepe e ha aperto il fuoco ancora. Colpendo prima Carolina, poi sua madre Vincenzina Ferraro e infine la nonna, Bettina Crisci.

Sono invece riusciti a scampare alla morte il marito della ragazza, che ha protetto con il suo corpo il loro primo figlioletto di due anni, e un altro fratello dei Sepe, Carmine.

Anche Padre Doriano De Luca, vice direttore del periodico della Curia di Napoli «Nuova stagione» rivolge un pensiero e una preghiera a Carolina e al suo bimbo: «Il principio fondamentale è la vita, tutto ciò che si può fare da parte dei medici per salvare entrambi. In questo caso ci rendiamo conto di una cosa fondamentale: l'indisponibilità della vita. Il suo valore è fuori di noi, e noi camminiamo nel dolore ma anche nella gioia verso questo valore che ci supera.

In questo camminare c'è la speranza di ogni esistenza».

Poi, entrando ancora più nello specifico nel caso di Carolina e del suo bimbo, don Doriano ha espresso speranza: «Confidiamo nella straordinaria capacità umana e professionale dei medici».

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