La "purga" di Emiliano contro il segretario passato ad Azione

Documenti esclusivi mostrano come il Consiglio Regionale "dispone" le dimissioni del consigliere Segretario Sergio Celemente. Procedimento che scavalca statuto e norme interne

La "purga" di Emiliano contro il segretario passato ad Azione

Bufera in Regione Puglia dove ormai è “tutto contro tutti”. Al centro il presidente, Michele Emiliano, che non ha accettato il passaggio ad Azione di alcuni consiglieri regionali. I protagonisti sono due suoi fedelissimi dem, Fabiano Amati e Ruggero Mennea, che visto gli sviluppi del partito hanno preferito lasciare il Pd, e il Segretario dell’ufficio di presidenza Sergio Clemente. Ed è proprio su questo’ultimo che si è concentrata la guerra di Emiliano che vorrebbe a tutti i costi le sue dimissioni.
Il presidente, infatti, una volta che i tre hanno deciso di seguire Carlo Calenda, ha affermato che si fossero spostati all’opposizione. Un “tradimento” che in realtà non sembrerebbe veritiero in quanto proprio Clemente ha da sempre affermato di rimanere in maggioranza per il rispetto dei cittadini che lo avevano votato. Dopo svariati tentativi e richieste di Emiliano per ottenere le dimissioni del segretario, ormai affezionato al leader di Azione che considera Emiliano come “il governatore peggiore di tutta Italia”, si è passati alle maniere forti.

Michele Emiliano, infatti, ha fatto redigere alla Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, una mozione per diffidare Sergio Clemente a dare le dimissioni d’aula. Una vera e propria forzatura dello statuto regionale, come possiamo vedere dai documenti dei quali IlGiornale.it è entrato in possesso.

Michele Emiliano Consiglio Regionale 14 marzo 2023

Nel testo datato 14 marzo c’è infatti scritto che “l’art.27 dello Statuto regionale prevedendo il bilanciamento di maggioranza e minoranza assicura un ruolo di garanzia all’Ufficio di Previdenza” e che “il Consigliere regionale Sergio Clemente non rappresenta più, in seno all’Ufficio di presidenza, un componente della maggioranza, né può rappresentare un componente minoranza”. Per questo, si legge ancora, il Consiglio regionale “chiede le dimissioni immediate”.

In realtà, il citato articolo dello statuto regionale afferma questo: “La mozione di decadenza per gravi motivi, presentata da almeno due terzi dei consiglieri regionali in carica, nei confronti di uno dei componenti dell’Ufficio di Presidenza, approvata a scrutinio segreto dai due terzi dei componenti del Consiglio Regionale, ne determina la rimozione della carica”.
Quali sarebbero, quindi, questi “motivi gravi” tali da indurre al siluramento di Clemente? La non appartenenza alla maggioranza, risponderebbe Emiliano: dichiarazioni mai uscite dalla bocca del Segretario - né dagli altri due consiglieri - ma che se anche fosse successo non sarebbe rilevante alle dimissioni. L' art. 8 del regolamento interno del Consiglio Regionale dispone infatti la possibile alterazione tra maggioranze e minoranza solo se un consigliere decide di passare al gruppo misto e in ogni caso dichiara l’organo di Presidenza inamovibile.

Un passaggio, quindi, quello di Emiliano avventato e non conforme allo statuto che scavalca completamente le norme interne.
Ma c’è di più: il Governatore infatti - o chi per lui, visto la firma della Presidente Capone - solo una settimana dopo dal citato atto, lo modifica e ne emana un altro in data 23 marzo 2023, in possesso de IlGiornale.it

Michele Emiliano Consiglio regionale 23 Marzo

Il testo e l’obiettivo sono gli stessi ma c’è la chiara imposizione di far fuori Clemente: l’atto viene infatti trasformato, sbarrando a penna la parola "mozione" e inserendo “decadenza”. Non solo, al posto di “chiedere” le dimissioni, sempre a penna viene inserito il termine “dispone”. Il consiglio Regionale dispone, quindi, le dimissioni del Segretario di Azione, che riferisce trovarsi di fronte a un atto estremamente violento.
Proprio ieri durante il Consiglio Regionale, Clemente ha urlato in aula ad Emiliano che non si dimetterà e che, se anche le firme “sono state trovate anche nella maggioranza per portare a termine il gioco politico di Emiliano” - spiega l’altro consigliere Amati - le “gravi motivazioni” non esistono.

Proprio per questo Emiliano, nel suo discorso ieri in aula, si è praticamente tradito affermando: “È vero che la questione della decadenza non è normata e quindi si potrebbe supporre che si tratti di una questione del tutto eccezionale che ha una sua totale autonomia”. Motivo per cui la decisione è stata posticipata a dopo Pasqua visto che il dibattito non era nemmeno stato inserito nell’ordine del giorno.

Una vicenda che sembrerebbe voler portare il governatore tra le aule dei tribunali; Sergio Clemente ha infatti dichiarato che farà ricorso in ogni sede possibile per far luce su questo movimento decisamente dubbio.


In sintesi, sembrerebbe proprio un “o stai con Emiliano o sei fuori” e a confermarlo sono proprio i documenti che abbiamo visionato, la richiesta prima e l’imposizione dopo - come documentato - delle dimissioni su nessuna base giuridica, ma soprattutto in netto conflitto con lo statuto regionale.

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