Ennesimo addio alla politica, Prodi avverte i leader del Pd: "Lasci pure chi ho sconfitto"

Il Prof si loda: "I miei governi hanno migliorato il prestigio internazionale e il debito del Paese". Ma dimentica il fatale ingresso dell'Italia nell'euro e la pioggia di tasse

Ennesimo addio alla politica, Prodi avverte i leader del Pd: "Lasci pure chi ho sconfitto"

"Ho definitivamente lasciato la vita politica italiana". Dopo la sonora batosta incassata nella corsa per il Quirinale, l'ex premier Romano Prodi torna a ribadire il proprio "addio" alla politica. Addio che, di tanto in tanto, arriva dalle pagine dei quotiani e che immancabilmente viene rotto con blitz appoggiati dai compagni del piddì nel tentativo di occupare un'altra poltrona. Questa volta tocca al Corriere della Sera ospitare una lettera scritta da Prodi che torna appunto a mettere la parola "fine" su eventuali sue posizioni "relative alla vita interna del Pd" e si è auguranto che "anche chi è stato sconfitto nei due confronti diretti, possa meditare sul fatto che non dovrebbe essere solo la mia gara a una fine".

Nella lettera al Corriere, Prodi ha ricordato di aver "affrontato due sfide importanti battendo un opponente politico che ritenevo e ritengo non idoneo al governo del Paese". "Ho cercato di portare avanti una cultura politica moderna e solidale di cui l’Italia ha molto bisogno. Una battaglia non solo politica ma etica e culturale", ha spiegato l'ex presidente del Consiglio convinto che questi stessi obiettivi abbiano "oggi bisogno di nuovi interpreti" anche se, nel corso dei due periodi del governo da lui presieduto, "ci si è a essi avvicinati senza danneggiare ma anzi, migliorando sensibilmente il prestigio internazionale e la situazione debitoria del Paese". A distanza di qualche anno, però, il Professore cancella tutti i danni arrecati al Paese. La lista è parecchio lunga: da tecnico a politico, da professore a commissario europeo, da premier a inviato dell’Onu, ha ricoperto incarichi sempre più importanti segnando per sempre il futuro del Pase. La Nomisma spa, la presidenza dell’Iri, la svendita della Sme l'operazione e, soprattutto il tragico ingresso nell'Eurozona. L’Italia è entrata nello Sistema monetario europeo (Sme) col cambio fissato a 990 lire per ogni marco tedesco. Cifra che farà da base per il cambio tra lira e euro a 1936,27. Durante il secondo soggiorno a Palazzo Chigi, Prodi è stato in grado di disarticolare la riforma delle pensioni e introdurre una valanga di nuove tasse tanto da far segnare il record decennale di pressione fiscale nel 2007 (quota 43.1%). Sebbene nel 2008 abbia deciso di ritirarsi dall'agone politico, Prodi è riuscito comunque a portare a casa svariati incarichi all’Onu. Da ultimo ha provato, con l'appoggio dell'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, la scalata al Colle. Scalata che è stata osteggiata dagli stessi compagni di partito.

Riferendosi al Partito democratico, Prodi ha detto di conservare "non solo un senso di gratitudine ma anche numerose e salde amicizie". Tuttavia, l'ex premier ha spiegato che "in politica come nello sport è preferibile scegliere il momento in cui finire il proprio lavoro, prima che venga deciso da altri".

E ha concluso: "Questi sono anche i motivi per cui senza polemiche, ho tralasciato di ritirare la tessera del Pd il cui rinnovamento e rafforzamento sono tuttavia essenziali per il futuro della nostra democrazia".

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