Famiglia sterminata: ora è un giallo

Famiglia sterminata: ora è un giallo

BariI carabinieri seguono la pista dell'omicidio-suicidio, ma qualche dubbio so cosa sia accaduto in quella villa con piscina, si insinua sempre più. E con il passare delle ore affiorano alcuni lati oscuri nella ricostruzione della tragedia di Sannicandro, piccolo centro agricolo della provincia di Bari, dove venerdì un mite farmacista di 55 anni, Michele Piccolo, si sarebbe trasformato in uno spietato carnefice uccidendo a colpi di pistola la moglie e i due figli per poi togliersi la vita lasciandosi annegare nella piscina di casa.
Gli interrogativi riguardano in particolare gli orari: ieri è spuntato infatti un nuovo testimone che assicura di aver visto il 55enne nel pomeriggio della strage, intorno alle 17,30, spostando quindi di quasi due ore la scintilla di quell'esplosione di follia che avrebbe annientato una famiglia serena e agiata. E così gli unici punti fermi di questa storia feroce che nessuno riesce a spiegare è legata inevitabilmente all'esito delle autopsie che saranno eseguite domani. Qualche altro prezioso aiuto potrà arrivare dagli esami degli esperti della «Scientifica» e forse anche dai filmati delle telecamere di un distributore di benzina non lontano.
In un primo momento gli investigatori ritenevano che la tragedia si fosse consumata nel primo pomeriggio. Secondo questa ricostruzione, Piccolo e sua moglie Maria Chimienti, vice sindaco del paese, anche lei farmacista di 55 anni, avrebbero pranzato insieme a casa della madre della donna e si sarebbero poi diretti a Bari perché l'uomo doveva sottoporsi a una visita medica da un neurochirurgo, come faceva da circa due mesi: nulla di grave, un problema alla spalla curato con alcune infiltrazioni; quindi sarebbero rientrati a Sannicandro, avrebbero preso la figlia Letizia, 19 anni, che avevano lasciato dalla nonna, e sarebbero tornati nella grande villa a due piani di contrada San Giovanni, una casa immersa nel verde in una zona molto silenziosa alle porte del paese: qui, tra le 15 e le 16, Piccolo, stando alla prima ricostruzione degli investigatori, avrebbe preso la pistola calibro 3,80 che deteneva legalmente e avrebbe ucciso moglie e figlia nel sonno con un colpo alla testa, quindi avrebbe atteso fino alle 21 il figlio Claudio, 24 anni, di ritorno dal centro benessere che la famiglia aveva aperto ad Acquaviva delle Fonti, dove c'era anche la farmacia. A questo punto avrebbe sparato ancora: il giovane trovato agonizzante dai soccorritori è morto più tardi in ospedale.
Infine, l'ultimo atto di quello che sembra un folle piano di morte portato a termine con lucida ferocia: Piccolo, dopo aver gettato nelle campagne vicine l'arma usata per la strage, avrebbe assunto un cocktail di farmaci e si sarebbe lasciato annegare infilando la testa sotto il telone che copriva la piscina. Ma il nuovo testimone dice di aver visto il 55enne con moglie e figlia in auto sulla strada di casa intorno alle 17,30. E così l'intera l'intera ricostruzione appare vacillare. Intanto nel paese si rincorrono le voci e nessuno sembra credere alla tesi dell'omicidio-suicidio.

Anche perché la pistola non è stata ancora trovata nonostante le ricerche dei carabinieri, che sono proseguite ieri e sono destinate ad andare avanti. Proprio il ritrovamento dell'arma potrebbe rivelarsi il tassello decisivo in questo rebus investigativo.

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