«Che fine ha fatto la fiction su don Gallo in Rai?». Il mistero è stato risolto ancora prima di indagare: è stata la censura di TeleMeloni, alias la Rai guidata dal centrodestra (ma mica tanto, un esercito di poltrone sono in appalto a dirigenti in quota Pd e 5s). A rilanciare la polemica è stata Repubblica, edizione Genova, la città del «prete degli ultimi» secondo la vulgata di sinistra, il «prete comunista» secondo quella di destra (tra le altre cose don Gallo disse che «un Papa omosessuale sarebbe magnifico»). Il «giallo», si fa per dire, nasce da un commento sui social di Domenico Chionetti, portavoce della Comunità e storico braccio destro di don Gallo (nella foto), in risposta a un post del sindaco genovese Marco Bucci sulla fiction Rai Mameli: «La Rai avrebbe dovuto fare una fiction su don Gallo prima del governo Meloni, Mameli è la produzione sostitutiva, un'occasione positiva senza dubbio ma perché cancellare e perdere l'altra?». Domanda che sottende già la risposta: è stata la Meloni a sostituire il prete rosso con il patriota Mameli.
La fiction su don Gallo, secondo Repubblica, «alla fine del 2022 era in fase molto avanzata e il produttore Titanus, che aveva ottenuto l'avvallo Rai, stava per partire con la scelta degli attori e delle riprese». Le prime interlocuzioni - non un vero contratto - con Viale Mazzini partono in realtà nel 2018, quando a guidare Rai Fiction c'è Eleonora Andreatta, figlia di Beniamino Andreatta, mentore di Enrico Letta, e sorella di Filippo Andreatta, consigliere dell'ex leader Pd Enrico Letta. Una brava manager, di area Pd, che però nel 2020 lascia la Rai e va a Netflix. Al suo posto, a Rai Fiction, arriva Maria Pia Ammirati, anche lei di area Pd. Che c'entra dunque TeleMeloni? Nulla, anche perchè la Rai non aveva mai preso concretamente in considerazione il progetto. Tutto in realtà si è bloccato per problemi legati alla produzione, al budget e ai cambi di vertice (e progetti) nella Titanus. «Rai Fiction non ha annullato il progetto ma lo ha posticipato. Contiamo di poterlo fare quest'anno o al più tardi nel 2025. Nessun retroscena politico» ha spiegato lo stesso Massimo Veneziano, ad di Titanus spa. Ma non è certo bastato a frenare la tentazione di denunciare la censura di TeleMeloni. Il Pd ha lanciato una petizione, i parlamentari del M5s hanno presentato una interrogazione in Vigilanza Rai per «conoscere i motivi di questo stop» nella speranza, scrivono, che «non emerga alcun retroscena dal sapore politico». I Verdi e Sinistra hanno già trovato i colpevoli della mancata produzione: «Don Gallo dava fastidio ai potenti. Sono passati 11 anni dalla sua scomparsa eppure c'è ancora qualcuno che ha paura di lui». Alla fine è arrivato Ricky Tognazzi, fra gli autori della serie, a mettere fine alla commedia: «Sembrava che si dovesse fare invece sono sorti problemi produttivi, soprattutto legati al budget e il film si è dolcemente addormentato, ma spero che si possa svegliare». Ma come, e la censura politica? «Sono sempre stato schierato dall'altra parte, ma non è così.
Questo progetto si è spento in un'epoca di governi di centrosinistra, immagino che se ne parli ora per via di Telemeloni e delle polemiche dopo Sanremo. Ma in questo caso siamo più vittime della sinistra che della destra». Una bufala insomma. Pazienza, la lotta al regime è aggiornata alla prossima puntata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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