Finmeccanica, la Lega e l’ombra di fondi neri

Dopo aver rottamato il "cerchio magico", i pm di Napoli passano a occuparsi del "quadrato sognante" intorno a Finmeccanica: riflettori sui 10 milioni di dollari ricavati dalla vendita di elicotteri. L'ex numero due Borgogni tira in ballo l'ad Orsi, da sempre vicino a Maroni. Nel mirino il manager Hashke, il "tramite" per la maxi mazzetta

Finmeccanica, la Lega e l’ombra di fondi neri

Dopo aver rottamato il «cerchio magico», i pm di Napoli passano a occuparsi del «quadrato sognante» intorno a Finmeccanica. O di quel che la «Velina Verde», agenzia non autorizzata anti-maroniana già querelata dall’ex ministro dell’Interno, a proposito di un asserito «link» tra personaggi vicini a Bobo e il gruppo industriale di piazza Montegrappa, definisce il «Patto D’Acciaio». I magistrati partenopei accelerano con una serie di perquisizioni e sequestri in Svizzera per scoprire un presunto giro di mazzette pagate da Agusta Westland e finite nelle casse del Carroccio. La pista seguita da Woodcock&Co sarebbe da ricondurre a una maxi-bustarella da dieci milioni di dollari legata a una commessa per la vendita in India di 12 elicotteri Agusta Westland 101 modello vip. La storia è stata raccontata a verbale da Lorenzo Borgogni, già potentissimo braccio destro dell’ex patron di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. Nel corso del suo ultimo interrogatorio, in concomitanza con l’arrivo di Lavitola a Fiumicino, l’ex direttore delle relazioni pubbliche del gigante della Difesa ha riferito una voce, appresa in azienda, secondo la quale i costi di mediazione per la costruzione e la vendita a New Dehli dei 12 elicotteri sarebbero stati gonfiati per creare fondi extra-contabili cui attingere per pagare la Lega Nord. Per comprendere però il meccanismo di accumulazione del «capitale» illecito, è opportuno fare un passo indietro. La pratica India è stata seguita da Guido Ralph Haschke, un consulente d’azienda torinese che da anni lavora per Agusta Westland (le perquisizioni sono avvenute a casa e nella sua fiduciaria, Gadit). A lui, secondo la ricostruzione dei fatti offerta da Borgogni (e rivelata dal Fatto Quotidiano) Agusta avrebbe riconosciuto 41 milioni di «provvigione». Ben presto lievitati di altri dieci milioni che sarebbero però tornati nella disponibilità di Agusta Westland per le mazzette ai politici. Hascke è stato convocato dai pm napoletani, ma non si è presentato.
L’imprenditore vive a Lugano, la stessa città dove i pm napoletani sono alla ricerca di eventuali riscontri (conti correnti, fatture, contratti) allo scenario tratteggiato da Borgogni. Resterebbe a questo punto da capire chi – e perché – abbia eventualmente dato disco verde all’operazione. Un nome i magistrati napoletani ce l’hanno. È stato Borgogni a confidarglielo. Il «mandante» della bustarella alla Lega sarebbe l’attuale ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi. All’epoca dei fatti amministratore delegato di Agusta Westland (che ha il suo cuore industriale in provincia di Varese) e – da sempre – considerato vicino al Carroccio e, ancor di più, a Roberto Maroni e alla sua ex moglie, Emilia Macchi, dirigente dell’Aermacchi di famiglia, controllata da Finmeccanica e recentemente fusa con Alenia. I magistrati sono al lavoro per accertare se la mazzetta possa aver agevolato la nomina di Orsi (non indagato) al vertice della holding di Stato. Lo scenario investigativo è complesso e in continua evoluzione, trattandosi di dichiarazioni de relato (delle quali Borgogni non avrebbe rivelato la fonte) da prendere con le molle e che potrebbero nascondere, in realtà, una guerra tutt’interna a Finmeccanica fatta di informazioni avvelenate. Il nome di Orsi è spuntato fuori anche nelle ultime carte giudiziarie che hanno accompagnato in cella Valter Lavitola. Lo citano al telefono l’ex giornalista e l’ex manager di Finmeccanica, Paolo Pozzessere, a proposito delle forniture di Agusta al governo di Panama, per le quali – secondo i pm - sarebbero state assicurate tangenti per 30 milioni e la promessa al presidente Ricardo Martinelli di un elicottero con interni di Hermes valutato 8 milioni. Quanto al link Lega-Finmeccanica, Borgogni aveva già raccontato com’è che funzionano le nomine nel colosso della difesa, i cui Cda – spiegò – provengono solo «formalmente» dal Tesoro, essendo «il prodotto di una mediazione politica all’interno delle componenti della maggioranza di governo». Alcuni di queste nomine erano emerse nel corso di una perquisizione nel suo ufficio, dove fu trovato un pizzino contenente i nominativi di vari politici. Tra questi – spiegò Borgogni – «Giorgetti (...

) presidente della commissione Bilancio della Camera ma soprattutto referente per la Lega in materia di nomine (...)» e «Galli presidente della provincia di Varese e componente del Cda di Finmeccanica su designazione della Lega». La caccia all’Orsi è partita.

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