La nave Ocean Viking ha lasciato le coste orientali della Sicilia, dove stazionava da giorni, e sta facendo rotta per la Francia, dove arriverà tra domani e dopo. Una fonte del ministero dell'Interno francese, infatti, ha comunicato all'Ansa che il governo di Emmanuel Macron ha deciso di aprire il porto di Marsiglia alla nave della Ong per lo sbarco degli oltre 230 migranti a bordo. La nave, che batte bandiera norvegese, per giorni è stata al largo della Sicilia in acque territoriali internazionali in assenza dell'assegnazione di un porto sicuro.
Dovrebbe arrivare nel porto del sud della Francia "nella notte fra mercoledì e giovedì o nella giornata di giovedì. Dipenderà da quando lascerà il sud del Mediterraneo". La richiesta di un porto era stata fatta a Francia, Spagna e Grecia nei giorni scorsi, dopo aver recepito il "no" categorico dell'Italia allo sbarco dei migranti dalle Ong. Poco più di 24 ore di navigazione separano la nave norvegese dal porto francese, un'inezia se si pensa che le quattro navi hanno preferito aspettare settimane a muoversi dal sud della Sicilia, premendo prepotentemente contro i confini italiani. "Bene così. L'aria è cambiata", ha commentato Matteo Salvini sui social.
"Lo sbarco a Marsiglia si svolgerà sotto la supervisione della prefettura. Saranno fatti scendere tutti i migranti dalla nave e poi registrati come richiedenti asilo", ha dichiarato la fonte del ministero dell'Interno, che poi ha punto il governo italiano: "Non ci sono restrizioni possibili, tutti hanno diritto di presentare la domanda di asilo". La Ong della Ocean Viking ha commentato l'assegnazione: "Di fronte al silenzio dell'Italia e a causa dell'eccezionalità della situazione, la Ocean Viking è costretta a richiedere un porto sicuro alla Francia. Questa soluzione estrema è il risultato di un fallimento gravissimo e drammatico di tutti gli Stati membri dell'Unione Europea che non sono stati in grado di indicare un Porto sicuro alla nostra nave".
Secondo il trattato di Dublino, come sottolineato dall'esperto marittimista Giuseppe Loffreda all'Adnkronos, questa possibilità sussiste anche a bordo delle stesse navi, da considerare come estensione territoriale dello Stato battente bandiera. "Firmando il Codice di condotta, le ong hanno accettato il principio della legge di bandiera. Che stabilisce che a bordo della nave in acque internazionali vige la legge della bandiera della nave e la piena giurisdizione del Paese di quella bandiera, come se fosse terra.
I comandanti di tutte le navi ong sono tenuti dunque a ricevere ed istruire la richiesta di asilo ai sensi del regolamento di Dublino, riconosciuto come legge applicabile a bordo dal codice di condotta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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