Giù la disoccupazione. Salgono i "ma" e i "però"

Nel mese di dicembre quasi 24 milioni di persone hanno dichiarato di avere una occupazione, occupazione che seguita a crescere, sia quella di uomini che di donne, sia di lavoratori permanenti che autonomi e anche di individui sotto i 34 anni

Giù la disoccupazione. Salgono i "ma" e i "però"
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llustre Direttore Feltri,

il nuovo record di occupati in Italia è una bellissima notizia che dà conforto dopo anni in cui purtroppo era la disoccupazione ad occupare le pagine dei giornali. Finalmente si colgono gli effetti di un lavoro lungo ed efficace, iniziato dal governo Draghi e proseguito dal governo Meloni, usando tutte le risorse disponibili (grazie anche al massiccio aiuto dell'Europa). Peccato che la notizia su alcuni

giornali sia accompagnata da una litania di «ma...» che sminuiscono l'importanza e la consistenza di questa svolta; possibile che si debba sempre cercare il pelo nell'uovo?

Per una volta, godiamoci la festa, per favore!

Bruno Peiré

Genova

Caro Bruno,

in effetti il numero degli occupati non è mai stato così alto in Italia. Nel mese di dicembre quasi 24 milioni di persone hanno dichiarato di avere una occupazione, occupazione che seguita a crescere, sia quella di uomini che di donne, sia di lavoratori permanenti che autonomi e anche di individui sotto i 34 anni. Di contro, cala la disoccupazione, attestandosi al 7,2%, il tasso più basso degli ultimi quindici anni. Direi che ne abbiamo abbastanza per festeggiare e sentirci soddisfatti. Invece scadiamo, come sempre, nella lagna, costume tipico nazionale, perché gli italiani, che pure possiedono tante virtù, tendono a sminuirsi e a credere che altrove le cose vadano sempre meglio che dalle nostre parti. Tuttavia, se questi numeri e questi risultati fossero stati raggiunti nel periodo in cui a guidare il Paese era la sinistra, stai pur certo che sarebbero stati enfatizzati. Siccome la maggioranza attuale è di destra, allora il mondo progressista, dalla politica ai giornali, presenta tali traguardi come se non fossero nulla di rilevante. E trovo che tutto ciò sia alquanto disonesto. Ed è proprio

per onestà che io stesso devo ammettere che il fatto che quasi il 62% della popolazione attiva abbia un impiego non significa necessariamente che stiamo meglio. Certo, molti hanno entrate sicure di cui prima non disponevano, ma sulle famiglie pesa ancora il macigno della inflazione. Il costo della vita è elevato, anche a causa di quei conflitti che inevitabilmente incidono sulle economie interne producendo l'aumento dei prezzi delle materie prime, dei trasporti, dell'energia. Subiamo nostro malgrado tali effetti. Il nostro esecutivo, mediante il taglio del cuneo fiscale, ha restituito ossigeno al sistema economico e ha arrecato sollievo ai bilanci familiari, eppure la situazione non è tutta rose e fiori. Senza dubbio è rassicurante sapere e considerare che a tenere le redini del Paese è il centrodestra e non quella sinistra o quei cinquestelle che hanno governato negli ultimi lustri investendo i denari pubblici in provvedimenti e misure che non sono stati produttivi di crescita bensì di decrescita, ingigantendo altresì in modo pauroso il debito pubblico. Vorrei ricordare che il reddito

di cittadinanza, tanto per menzionarne una, avrebbe dovuto moltiplicare il lavoro, invece ha moltiplicato i disoccupati.

La maggioranza ha ereditato questo quadro disastrato e la circostanza, tutt'altro che irrilevante, che essa sia riuscita, nonostante tutto, a generare espansione economica e occupazione rappresenta qualcosa di miracoloso.

Non possiamo non riconoscere, al di là di partitismi e ideologismi, che l'esecutivo Meloni ci abbia saputo fare e che Meloni abbia una straordinaria abilità nella gestione di quello che c'è (e dopo i grillini rimane) nelle casse statali. E penso che sia stata più brava degli altri anche perché è donna e le donne hanno una oculatezza superiore nella gestione della spesa. Inclusa quella pubblica, a quanto pare.

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