Parla, parla, parla: Matteo Renzi arriva al Senato per chiedere la fiducia, prende la parola verso le 14.15 e non si ferma più. E, oltre alle enunciazioni programmatiche, è tutto un profluvio di battute, allusioni, sorrisini e battibecchi dentro quell'aula che vorrebbe eliminare (e a cui non nasconde le proprie intenzioni). Rilassato, disinvolto in abito scuro piuttosto attillato, il premier parla a braccio, spesso con la mano in tasca, gesticola con uno stile informale che poche volte si è visto tra i banchi di Palazzo Madama.
Appena iniziato il discorso, Renzi apre con una citazione pop da Gigliola Cinquetti, forse in omaggio al Festival di Sanremo, che si è concluso pochi giorni fa: "Io non ho l' età per sedere al Senato. Non vorrei cominciare con la citazione colta di Gigliola Cinquetti ma è così. E fa pensare che oggi davanti a voi siamo qui non per inseguire un record anagrafico, non per allungare il curriculum, siamo qui per parlare un linguaggio di franchezza." Un linguaggio da consiglio comunale, commenta impietoso Giuliano Ferrara a Sky Tg24, che definisce quello di Renzi "il discorso più brutto della storia della Repubblica. Più che noioso, surreale: non c'era nulla in quel discorso". Intanto su Twitter impazza l'hashtag #nonholeta, tra chi richiede l'assegnazione di un ministero alla Cinquetti e chi si domanda se l'hashtag corretto non sia piuttosto #nonholetta.
Non mancano, com'era prevedibile, i battibecchi con quei senatori a cui vorrebbe togliere il posto: quando Renzi assicura di non temere le urne i Cinque Stelle applaudono a più riprese e rumoreggiano ripetutamente, mentre Roberto Calderoli, chiamato in causa direttamente ("Vedo che la proposta di abolizione del Senato suscita il suo entusiasmo"), risponde senza andare troppo per il sottile "Tanto è una balla!". Renzi non risparmia una stoccata nemmeno a Forza Italia: "Mi avevano detto che in Senato non vi divertivate...vi garantisco che vi divertirete sempre di più. Mentre qualcuno si divertiva, il pil perdeva 8 punti...", e puntualizza aspramente con i grillini ricordando la mancata partecipazione alle regionali in Sardegna ("Non è facile stare in partito in cui il capo dice: io non sono democratico. Quindi vogliamogli bene a quelli del M5s").
Il premier non rinuncia poi alla consueta galleria dei luoghi comuni già visti alle primarie, in televisione, su Twitter, Facebook e in direzione nazionale: generazione Erasmus, Fatima (la bimba che parla fiorentino ma non ha la cittadinanza italiana), Renzo Piano (assente in Aula) e la cultura che ci rende una superpotenza mondiale, lo sguardo di un padre che ha perso il lavoro. L'apice lo tocca quando parla degli incidenti stradali: "Il momento più duro da sindaco? Quando ti dicono che un ragazzo di 17 anni è morto".
Mentre i senatori iniziano a sbuffare e ad alzarsi dagli scranni, c'è ancora il tempo per un siparietto autoironico: "Ieri fuori dalla messa una signora mi ha detto che se faccio il premier io lo può fare chiunque", sorride il premier.
Dopo la chiusura dedicata al "tempo del coraggio, che non esclude nessuno, non lascia alibi a nessuno", il commento migliore arriva da Twitter: "Manca solo che Renzi" - si legge in un account dedicato all'allenatore serbo Vujadin Boskov - "Parli anche del prossimo calciomercato della Fiorentina."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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