Un anno di flop: ecco la Roma immaginaria di Gualtieri

Il sindaco fa il bilancio del suo primo anno al Campidoglio: per lui tutto va bene, ma per i romani no

Un anno di flop: ecco la Roma immaginaria di Gualtieri

Festeggiamenti in pompa magna per il primo anno di mandato di Roberto Gualtieri. Il sindaco dem della Capitale, per l’occasione, ha tenuto proprio ieri un lungo intervento nell’auditorium Parco della Musica inerente a tutti i successi e traguardi raggiunti in questo anno. “Abbiamo rimesso Roma sui binari giusti, l’abbiamo fatta ripartire e abbiamo posto le basi per un progetto di trasformazione profonda”, ha affermato Gualtieri con le immancabili notte di sottofondo di “Rome wasn’t built in a day”.

Al centro del discorso le tematiche principali che affliggono la capitale da ormai anni: trasporti, sociale, ambiente, sostenibilità e soprattutto rifiuti. “Abbiamo messo mano a tantissimi e importanti dossier della nostra città, ponendo le basi per riportare Roma al passo delle altre grandi capitali europee. Una città in grado di saper affrontare le sfide del nostro tempo, come quelle del cambiamento climatico e del contrasto alle diseguaglianze sociali e territoriali”, ha continuato il sindaco.
Se le belle, accattivanti e romantiche parole dell'esponente Pd e della sua “Roma immaginaria” sicuramente si sono prestate alle telecamere, in realtà le cose non stanno proprio così. I mali della città eterna continuano a pesare profondamente sulla sui cittadini con risultati, come documentato, ancora peggiori in questo ultimo anno.

Tutto quello che non è cambiato a Roma

Cosa è cambiato, davvero, in questo anno con Gualtieri sindaco e la giunta Pd al comando?

Al primo posto, tema caro alla sinistra 2.0, l’ambiente. Nonostante il primo cittadino ponga il tema come prioritario, sulla base degli interventi durante il suo primo mandato, a smentirlo è il dossier redatto da LegaAmbiente insieme al Sole24Ore. Il rapporto, dal titolo “Ecosistema urbano 2022” parla chiaro: Roma è tra le peggiori città italiane. Ma c’è di più, se l’anno scorso la nostra capitale si aggiudicava un imbarazzante posto al numero 86 tra le città del nostro paese, quest’anno la situazione è ancora peggiore, calando di due posizioni fino all’88esimo posto nella classifica italiana.

Collegato a ciò l’immancabile questione rifiuti che ha permesso al dem di diventare “famoso” anche oltreoceano conquistandosi una pagina sul New York Times. Nonostante le copertine dei giornali, la spazzatura continua a invadere la città, ormai abbandonata a se stessa. Nel centralissimo Ponte Milvio - come riportano molti abitanti della zona - le persone, e i turisti soprattutto, sono costretti a fare slalom tra la sporcizia e i rifiuti abbandonati per strada. Stesse problematiche, rivelate addirittura pericolose in termini igienico-sanitari, nel quartiere Flaminio.

“L’amministrazione continua a concedere licenze e la polizia non riesce a gestire mille luoghi. Bisogna intervenire, agire prima che sia troppo tardi”, riferisce invece il “Comitato Città Giardino” sull’escalation di degrado nel quartiere Montesacro.
In realtà lo scontento dei romani si può banalmente quantificare nel numero delle lamentele sopraggiunte ad Ama, la municipalizzata del Comune che gestisce il servizio smaltimento rifiuti, che ammonta addirittura a poco più di 160 mila solo quest’anno.
La soluzione a tutto ciò per Gualtieri, come ormai è noto, è il discussissimo termovalorizzatore. La notizia è proprio di qualche giorno fa, quando l’amministrazione capitolina ha acquistato il terreno di Santa Palomba per 7,5 milioni di euro che, però, verrà messo a bando solo nella seconda metà del 2023. Nel frattempo, cosa omessa dalla giunta dem, la città si trova a fare i conti con circa 5 mila tonnellate al giorni di rifiuti e i ricorrenti problemi in Ama tra carenza di personale, attrezzature e impianti di trattamento e smaltimento.

Altro fallimento per la raccolta differenziata che, stando alle direttive europee, la quota deve essere del 65% entro il 2030. Se l’anno scorso gli standard erano bassi, con un risultato del 46,1%, quest’anno - anche se di poco - si è andati peggiorando con un bel 45,9%.

La casa e gli appalti

Cambiando argomento, altro must dell’amministrazione Gualtieri sono le politiche abitative che si legano, inevitabilmente, con quelle sociali e legate alla lotta alla discriminazione.

Due gli interventi cult dell’ex ministro. Era lo scorso luglio quando il primo cittadino decise di sgomberare Villa Fiorita, residenza occupata da extracomunitari da anni ai quali venne data immediatamente una casa popolare, saltando graduatorie e con lo sdegno dell’opposizione e di chi aspettava un alloggio anche da anni. Vennero sistemate in un solo giorno 70 famiglie che proprio Gualtieri definì “un successo in quanto lo sgombero è avvenuto senza problemi”. Ma quello era solo il preambolo della progressista - come la definisce l’area di sinistra - norma del 4 novembre. Residenza agli occupanti abusivi, di questo si tratta. Una norma che prevede che coloro che occupano edifici abbandonati o non, privati o pubblici, se “soggetti meritevoli” - cioè, come riporta l’elenco, tutti coloro che in pratica si trovano in situazioni degradate - possono richiedere la residenza nell’abitazione (non loro) e chiedere l’allaccio dei servizi di luce, gas ed energia. “Un passo in avanti verso l'applicazione di una serie di diritti fondamentali delle persone”, dicono. Un passo, anzi cento, indietro nei confronti di quei proprietari che si trovano nelle proprie abitazioni “occupanti abusivi in regola”, sembrerebbe.

Ciligina sulla torta, infine, la massima del primo cittadino sulla questione appalti: “Un impegno a raggiungere obiettivi concreti. Da quello che si prenderà l’amministrazione cittadina di vincolare i soggetti aggiudicatari dei nostri appalto al rispetto del trattamento economico e normativo rivisto dai contratti collettivi nazionali”.

Probabilmente il sindaco Gualtieri non si ricorda del mega appalto, di cui abbiamo scritto in modo approfondito, per il trasporto pubblico locale vinto - solo un mese fa circa - dalla Trotta Bus, società in prima linea per mancati stipendi ai dipendenti e guai con il fisco.

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