«Ho visto mia sorella con il petto dilaniato»

«Ho visto mia sorella con il petto dilaniato»

Brindisi. Entra sostenendosi con le stampelle, perché da quel giorno non può più farne a meno. Lei, Vanessa Capodieci, 16 anni, rimasta ferita gravemente nell'attentato del 19 maggio scorso alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, avanza nell'aula del palazzo di giustizia e trova la forza di parlare nell'udienza del processo a Giovanni Vantaggiato, l'imprenditore-assassino che premette il telecomando della bomba uccidendo una studentessa, Melissa Bassi.
Vanessa racconta quella mattinata di follia e morte, quando l'esplosione falciò come fili d'erba quel gruppo di ragazze giunte a Brindisi da Mesagne per una normale giornata di scuola. Accanto a lei c'era sua sorella, Veronica: «Era a terra, aveva il torace dilaniato e la sua mano sembrava carne macinata», dichiara Vanessa srotolando fotogrammi dell'orrore. «Le ho strappato i vestiti di dosso perché erano in fiamme e col mio giubbotto le ho coperto la pancia perché era aperta», spiega. Poi ha parlato Veronica, la ragazza che riportò le ferite più gravi, per lungo tempo in ospedale tra la vita e la morte: ha subito l'amputazione di due dita della mano sinistra e dovrà sottoporsi ad altri interventi chirurgici. «In quel momento avevo il telefonino in mano, ho sentito un boato e mi sono ritrovata a terra» dichiara.

«Pensavo – aggiunge - che l'esplosione fosse un sogno, e che mi sarei risvegliata da un momento all'altro, poi invece ho capito che era tutto vero; mia sorella era vicino a me, nessuno ci aiutava, poi non ricordo più nulla». Vantaggiato ieri non era in aula. Il pm ha chiesto di poterlo interrogare nell'udienza del 21 febbraio.

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