Dalla Sardegna al Lazio, dall'Emilia Romagna al Piemonte. E poi Basilicata, Campania e Sicilia. Il vaso di Pandora è stato aperto e lo scandalo Regioni dilaga in tutta Italia. Tagli dei fondi statali e sprechi sono alla base dei bilanci in rosso degli enti regionali, ma quello che vien fuori dal caso Piemonte lascia quantomeno basiti.
Oltre a stipendi e gettoni di presenza, i consiglieri regionali intascavano fior di quattrini dalle indennità. Numeri da capogiro, a partire dai rimborsi chilometrici, gli indennizzi cioè dati in base ai chilometri percorsi per recarsi in Regione, circa 50 centesimi a chilometro. Nessuna ricevuta, nessuno scontrino che attesti il reale tragitto effettuato. Basta un'autocertificazione. Il risultato? Per il solo 2011, la Regione Piemonte ha speso 590mila euro di rimborsi chilometrici. Per un totale dei chilometri percorsi dai consiglieri (guarda il documento) di 256.984 chilometri. Cioè come se avessero fatto sei volte e mezzo il giro dell'Equatore. Senza contare tutti i rimborsi che invece devono essere giustificati con scontrini e ricevute, come pasti, alberghi, autostrade, taxi, aerei, treni e quant'altro.
Al momento non c'è ancora nessun indagato, ma il Consiglio regionale è già corso ai ripari: martedì sarà presentata una
class="entry-content">proposta di legge, condivisa da tutte le forze politiche, che abolirà le autocertificazioni dei consiglieri sui rimborsi, taglierà sui voli aerei e introdurrà la certificazione dei bilanci dei gruppi consiliari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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