Roma - Siccome l'ordine è stato quello di non dar fuoco alle polveri, che già da tempo hanno invaso il Pdl, chi si lascia andare lo fa off the record. «Finiranno per fare l'Udeur», dice sconsolato un lealista in riferimento agli alfaniani. Si rievoca l'operazione di Mastella che, correva l'anno 1999, con un manipolo di parlamentari creò un centrino, a parole equidistante dai due poli. In realtà fece accordi con l'Ulivo, allora guidato da D'Alema. «Ecco la fine che faranno i governisti. È già tutto scritto», si sfoga un parlamentare berlusconiano. Ormai alla pace nel Pdl-Forza Italia non crede più nessuno. La rottura è inevitabile. Quando? Si scommette su sabato, al Consiglio nazionale. Lì potrebbe arrivare lo show down. Sempre che la partita si giochi.
Un lealista con buoni contatti nella parte avversa rivela: «I governisti stanno discutendo animatamente tra loro. Cercano di capire se conviene partecipare al Consiglio nazionale oppure no. Tutto dipende da quanto perdono. Se i numeri sono quelli che sventola Formigoni, potrebbero avere interesse a contarsi; se, viceversa, rischiano di fare una figura barbina e perdere di brutto, a loro conviene non presentarsi neanche. Non giocare la partita, non scendere nemmeno in campo». A tavolino o meno, la partita ci sarà. Sarà conta e sarà rottura. «Se Berlusconi dovesse dire che questa legge di stabilità noi non la votiamo, gli alfaniani risponderanno invece che per il bene del Paese loro invece diranno di sì. E sarà strappo». E voi? «Andremo serenamente all'opposizione», è la risposta di molti lealisti radunati attorno a Fitto. «Sarà una conta per misurare la fedeltà al progetto di Forza Italia e all'uomo Berlusconi - dice una senatrice vicina al Cavaliere - E purtroppo ci sarà chi si tirerà indietro. Con ipocrisia lo farà gridando il proprio dolore, magnificando Berlusconi ma di fatto lasciandolo in balìa dei suoi avversari».
Il clima resta da resa dei conti; che però nessuno vuole consumare addossandosene la responsabilità. Il classico gioco del cerino del «saranno gli altri a rompere». Ed è forse questo il motivo principale per cui è saltata, all'ultimo momento, la conferenza stampa dell'ex sottosegretario Michaela Biancofiore. Un incontro con la stampa per denunciare la sua «epurazione» dal governo con il nulla osta di Alfano. «Per senso di responsabilità, per non turbare l'iter dell'organizzazione del Consiglio nazionale e non offrire scusanti a coloro che pervicacemente con parole e con atti fortemente provocatori cercano la scissione - spiega infatti Biancofiore - la conferenza stampa non avrà luogo.
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