"Tra i migranti possibili soggetti radicalizzati". L'allarme della Difesa

Il patto di Schengen sul confine sloveno resterà sospeso "fino a quando ci saranno le necessità". Dal governo e dal Friuli Venezia-Giulia non ci sono aperture: rischio troppo alto

"Tra i migranti possibili soggetti radicalizzati". L'allarme della Difesa
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Mentre la sinistra borbotta, più o meno rumorosamente, sulla decisione (inevitabile) per il governo di sospendere temporaneamente Schengen sulla frontiera slovena, emergono sempre più evidenze sul rischio che corre quotidianamente l'Europa per aver lasciato entrare indiscriminatamente così tante persone negli ultimi anni. La rotta balcanica, per sua localizzazione e struttura, è quella maggiormente utilizzata dai migranti provenienti dai Paesi mediorientali, dove è più forte la radicalizzazione islamica. Inoltre, proprio lungo la strada balcanica, esistono numerose comunità musulmane con elementi radicalizzati, che diventano appoggio e supporto durante i viaggi verso l'Europa.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che in queste ore si trova a Bruxelles, a margine del prevertice del Ppe ha rivendicato la decisione dell'Italia di procedere con la sospensione come tutela della sicurezza nazionale. "Serve una politica europea per difendere le frontiere esterne: se vogliamo impedire le chiusure di Schengen, bisogna lavorare affinché non entrino immigrati irregolari attraverso le frontiere esterne", ha spiegato il segretario di Forza Italia, che ci ha tenuto a sottolineare che la sospensione non riguarda solo l'Italia ma è stata la conseguenza di un ovvio effetto domino. "Siamo stati costretti, noi come altri Paesi, temporaneamente a sospendere Schengen, alla frontiera con la Slovenia, proprio per avere controlli più pregnanti dalle persone che arrivano dalla rotta balcanica", ha ribadito. Un concetto che dal governo ripetono ormai da una settimana ma che a molti sembra non essere particolarmente familiare, come dimostrano le proteste davanti all'eventualità, sempre meno remota, di dover prolungare la sospensione ben oltre i 10 giorni inizialmente pattuiti.

Avanza anche l'ipotesi che i possano essere prorogati fino alla fine dell'inverno ma per il momento il governo predica cautela. "Dureranno fino a quando ci saranno le necessità. L'auspicio è che durino il minimo possibile, ma all'interno di questo auspicio deve esserci anche un principio di realismo, ovvero la necessità di garantire la sicurezza al nostro Paese e a contrastare l'immigrazione irregolare che alimenta la criminalità organizzata ed i trafficanti di esseri umani", ha dichiarato questa mattina il governatore della Regione Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha oltre 200 km di confine con la Slovenia. Le nuove disposizioni creano senz'altro un disagio a chi, ogni giorno, si trova a passare la frontiera tra i due Stati ma le esigenze superiori della sicurezza nazionale impongono un livello maggiore di attenzione a fronte di alti rischi di infiltrazione.

L’obiettivo, al momento, è quello di limitare i danni. Troppi ne sono stati fatti lasciando entrare chiunque senza le adeguate precauzioni e ora, proprio per la legge dei grandi numeri, in Europa e in Italia soggiornano, irregolarmente o regolarmente, personaggi radicalizzati che possono agire in qualunque momento contro l'Occidente. Di lupi solitari come il tunisino che ha compiuto l'attentato a Bruxelles ce ne sono migliaia sparsi in tutta Europa e parte di questi sono arrivati anche ai barconi, motivo per il quale il ministro Matteo Piantedosi ha rafforzato anche i controlli alle frontiere marittime.

"La storia recente purtroppo ci ha dimostrato che tra le fila di chi raggiunge il nostro Paese illegalmente si nascondono soggetti che si rendono protagonisti di attentati terroristici", ha dichiarato il sottosegretario di Stato alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago intervenendo a "Omnibus" su La7. Se da una parte gli apparati dell'intelligence italiana in questi anni hanno lavorato in maniera perfetta per prevenire attentati e pericoli per la sicurezza nazionale, spiega Perego di Cremnago, ora i tempi sono maturi per un intervento legislativo in merito "per rendere più efficace l'azione di contrasto al fenomeno della radicalizzazione jihadista".

In quest'ottica il governo sta lavorando per

inasprire le pene, come sottolinea il sottosegretario, per coloro che consapevolmente si procurano o detengono materiale contenente istruzioni sulla preparazione di ordigni, armi o metodi per il compimento di atti violenti.

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