I rigori alla Juve ora sono a fin di bene

Ogni penalty diventerà un contributo per la ricerca sulle malattie renali. E i cascatori? Saranno benemeriti...

I rigori alla Juve ora sono a fin di bene

Gioca la Juventus e l'arbitro fischia un rigore? Scatta il contributo per la ricerca sulle malattie renali.

L'idea rischia di favorire la nascita d'una nuova specie calcistica, quella del predatore d'area simulatore per passione, cascatore a fin di bene. E il popolo della moviola sempre sul sentiero di guerra potrebbe finalmente ritrovarsi a fumare in cerchio il calumet della pace, perdonando al signore in giacca nera sviste da miopia lieve o da sudditanza arbitrale grave. Oggettivamente improbabile, però, che un istituto bancario possa riuscire in tanto e cogliere il miracolo mancato nel paradiso pedestre persino da san Luigi Scrosoppi, vestito dall'università tedesca di Jena della maglia di patrono di tutti i calciatori. Certo è che l'iniziativa lanciata dalla fondazione Veneto Banca, tra gli sponsor della Juve campione d'Italia, un obiettivo lo ha già raggiunto: far parlare di sé. Che poi è esattamente quello che i promotori del progetto si proponevano. Solo che un'indiscrezione ha bruciato l'effetto sorpresa, consegnando alle cronache i contorni di una trovata che ancor prima d'essere messa in campo ha fatto goal.

Dal 2014, a partire da data ancora da fissarsi, per ogni penalty fischiato in una partita che abbia per protagonisti i bianconeri il mecenate bancario staccherà un assegno per il reparto di nefrologia dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Agli inizi dell'anno nuovo una conferenza stampa illustrerà l'operazione nei dettagli, al momento in via di definizione. Ad esempio, resta da stabilire a quanto ammonterà il gettone in caso di rigore a favore e quanto peserà uno dato contro, o se si farà differenza tra quelli realizzati e quelli sbagliati. Di certo ogni volta che l'arbitro indicherà il dischetto un contributo sostanzioso - «nell'ordine di qualche migliaio di euro», si lasciano sfuggire dalla Veneto Banca - finirà al San Bortolo ed all'unità diretta dal professor Claudio Ronco. La stessa che ha dato vita all'Istituto internazionale di ricerca renale, dal cui lavoro è nata Carpediem, un'apparecchiatura miniaturizzata che ad ottobre ha fatto salva la vita ad un neonato affetto da una rara disfunzione multiorgano. Un intervento che ha spostato in avanti la frontiera della chirurgia neonatale, dal momento che finora le insufficienze renali dei bimbi in fasce venivano trattate con le macchine per dialisi in uso per gli adulti, con rischi di scompenso o di fallimento della terapia.

Adesso si volta pagina, confidando - ma senza dirlo - di sentir risuonare spesso il fischio arbitrale da massima punizione. «Dalla banca ci hanno comunicato d'essere pronti a sostenerci in questa modo, e noi attendiamo con fiducia», dice Ronco. «Si farà», confermano dal caveau del riserbo i vertici dell'istituto bancario veneto. E inevitabilmente si guarda alle statistiche per far di conto, anche se non si dovrebbe quando di mezzo c'è il cuore. Durante lo scorso campionato la Vecchia Signora di tiri dagli 11 metri ne ha visti decretare 16: 11 a favore (soltanto 8 quelli a segno), 5 contro. Tutti andati a rete. Quest'anno, invece, almeno per il momento, il rigore fa difetto: quasi a metà torneo ne sono stati collezionati solo 2, di cui uno a sfavore.

C'è da giurarlo: da gennaio il vento girerà e le zebre risaliranno la

classifica dei penalties. Con buona pace dei tifosi avversari, ai quali non resta che trovarsi pure loro una squadra con una banca per sponsor o gufare perché almeno la beneficenza juventina passi attraverso la porta di Buffon…

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