I silenzi della Schlein sugli esagitati rossi (e fucsia)

Sui violenti scontri di Vicenza persiste il mutismo della leader Pd, che lascia agli esponenti dem locali il compito di pronunciarsi. Ma anche in passato Schlein aveva fatto discutere per analoghi silenzi

I silenzi della Schlein sugli esagitati rossi (e fucsia)
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Solo dieci giorni fa, attaccava Giorgia Meloni accusandola di tacere sulle commemorazioni nostalgiche di Acca Larentia. Esercizio discutibile, visto che Fratelli d'Italia aveva espressamente preso le distanze da quella adunata. Ora invece starsene zitta è proprio lei. Elly Schlein è sprofondata in un assordante silenzio: a quarantott'ore dagli scontri tra i centri sociali e la polizia a Vicenza, la leader del Pd non ha ancora condannato i violenti né ha stigmatizzato l'antisemitismo del corteo, indetto contro la presenza di Israele alla fiera dell'oro nella città veneta.

Lo strano mutismo della segretaria dem è così diventato motivo di critica sul fronte politico. "Il silenzio della Schlein dopo tre giorni si sta trasformando sempre di più in un surrettizio e riprovevole assenso a quanto accaduto sabato a Vicenza e proprio per questo sarebbe ora che chi rappresenta il Pd battesse un colpo", ha pungolato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti. Dal Nazareno, intanto, hanno replicato spiegando che una posizione sull'argomento era stata già presa dalla classe dirigente Pd del territorio: "Non ci sono giustificazioni per i manifestanti violenti". E meno male. Ma se quella è la condivisibile linea dei dem, perché non affidare alla leader di partito il compito di metterla ben in chiaro?

Sugli esagitati rossi, anche in altre occasioni la segretaria Pd aveva attirato su di sé critiche. Proprio nelle ultime settimane, ad esempio, Schlein si era astenuta dal criticare gli slogan più odiosi pronunciati nelle manifestazioni di piazza anti-Israele, anche in quel caso lasciando che a esprimersi fossero alcuni suoi compagni di partito. Allo stesso modo, non aveva proferito parola sull'assalto delle transfemministe alla sede romana della onlus Pro Vita e Famiglia. Incalzata a più riprese sull'episodio, la deputata di origini luganesi non era riuscita a pronunciare un'esplicita condanna.

Prima ancora, i mutismi dem avevano accompagnato le azioni degli eco-vandali. In quel caso, Schlein aveva detto di "non condividere" alcuni loro metodi, ma al contempo si era mostrata possibilista su un "dialogo" con gli attivisti di Ultima Generazione con "tutte le mobilitazioni ecologiste".

La classica scena muta, poi, si era ripetuta di fronte ad altre manifestazioni dei centri sociali: ad esempio, quella con le bandiere dell'ex Jugoslavia di Tito sventolate in oltraggio alle vittime delle foibe. E pure sul 25 aprile, nessun si era udito alcun commento sulle veemenze anti-democratiche dei centri sociali e di alcuni sedicenti antifascisti.

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