I tedeschi umiliano la Grecia: basta rinvii

I tedeschi umiliano la Grecia: basta rinvii

Roma«Concedere più tempo alla Grecia non è una soluzione. Più tempo significa anche più soldi, e l'Europa è già arrivata al limite di quanto economicamente sostenibile». Il viaggio della speranza del primo ministro greco Antonis Samaras si ferma davanti al muro di Berlino. Nessun rinvio per il risanamento del deficit di Atene, proclama il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, finora considerato una «colomba».
Il messaggio è chiaro, e raggela non soltanto la Grecia ma anche le Borse europee che negli ultimi giorni avevano provato a prendere un po' di respiro. Milano e Madrid le piazze peggiori, con cali dell'1,37% e dell'1%. Lo spread fra i titoli pubblici di Italia e Germania ritorna a 430 punti base, mentre il differenziale tra Spagna e Germania arriva ai 500. Sembra quasi che, orfani del muro politico tra Est ed Ovest, i tedeschi ne vogliano creare uno economico fra Nord e Sud.
Le parole mattutine di Schaeuble vengono confermate, in serata, dai leader di Germania e Francia, Angela Merkel e François Hollande, riuniti in vertice a Berlino. «Dirò al premier greco che è importante che tutti mantengano gli impegni - dice la cancelliera tedesca - e l'incoraggerò a proseguire nella strada delle riforme. Progressi - aggiunge - devono essere fatti anche dalla Spagna». Afferma a sua volta il presidente francese: «Vogliamo che la Grecia resti nell'euro, ma deve insistere sulla via delle riforme». Hollande dice inoltre che bisogna andare avanti sulla strada di una sorveglianza europea delle banche, insieme con la Bce.
Il messaggio rivolto ad Atene non lascia illusioni su eventuali sconti. Ogni decisione su nuovi aiuti, conferma la Merkel, sarà comunque presa soltanto dopo il pronunciamento della troika Commissione Ue-Bce-Fmi sulla situazione greca, in ottobre. Sulla stessa linea del nein le dichiarazioni del vicecancelliere, il liberale Philipp Roesler: «La Grecia non può sperare di ottenere dalla Germania un rinvio. Chi non mantiene le promesse non può attendersi aiuti finanziari». Il rinvio di due anni chiesto da Samaras per raggiungere il limite del 3% nel rapporto fra deficit e Pil costerebbe, secondo calcoli ufficiosi, 15 miliardi di euro di fondi aggiuntivi. Anche l'Olanda chiede alla Merkel di mantenere una «posizione severa» nei confronti di Atene.
Ai cruciali incontri di queste ore, a Berlino ed a Parigi, il premier greco si è presentato con una doppia richiesta: il rinvio di due anni «per far respirare il Paese», mantenendo un minimo di coesione sociale; e l'appello ai leader europei perché dissipino tutte le incertezze sul futuro della Grecia nell'Eurozona. «Come è possibile fare le privatizzazioni - si chiede Samaras - privatizzare quando, ogni giorno, autorità europee speculano pubblicamente su una potenziale uscita della Grecia dalla moneta comune? Questo deve cessare». Il governo di Atene sta mettendo a punto un nuovo piano d'austerità, che prevede fra l'altro l'uscita di 150mila dipendenti statali entro il 2015. Samaras si è detto disponibile perfino a «vendere le isole disabitate».
La situazione resta in stallo, e la Germania ne trae vantaggio. Mercoledì il mercato ha sottoscritto 4 miliardi di euro di titoli biennali tedeschi a tasso zero. Nei primi sei mesi di quest'anno, il bilancio pubblico tedesco ha chiuso con un attivo di 8,3 miliardi di euro. Certo, rallenta la crescita economica (+0,3% nel secondo trimestre contro il +0,5% del primo), ma nulla di confrontabile rispetto ai Paesi mediterranei in recessione. Peggio però potrebbe andare nel terzo trimestre, quando l'intera Eurolandia rischia di ricadere in recessione.

Importanti gruppi industriali, come Bosch e Thyssen Krupp, hanno annunciato la riduzione delle ore di lavoro dei dipendenti, mentre la Opel ha già deciso di introdurre il taglio dell'orario (e del salario) da settembre.

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