Un altro pezzo che se ne va. Il partito di Antonio Di Pietro va in frantumi: questa mattina ha perso altri due deputati. Adesso, a Montecitorio, l'ex pm di Mani Pulite può contare solo su 17 parlamentari. Dopo l'addio di Massimo Donadi, Nello Formisano e Fabio Evangelisti, oggi a lasciare sono stati altri tre parlamentari: alla Camera Giovanni Paladini, che si dimette anche dall’incarico di coordinatore regionale della Liguria, e Gaetano Porcino, eletto a Torino; al Senato invece Stefano Pedica. "Siamo in forte disaccordo sulla linea politica del partito", hanno spiegato.
Prima gli scandali e gli avvisi di garanzia, poi le fratture interne e le dimissioni: Di Pietro sta assistendo, inerme, al crollo definitivo del partito che ha fondato e costruito a propria immagine e somiglianza. Mentre i sondaggi danno l'Italia dei Valori in caduta libera (si attesterebbe sotto la soglia del 3%), piovono sul tavolo dell'ex pm una grana dopo l'altra. I servizi sul patrimonio immobiliare del partito e la questione morale che ne è scaturita hanno azzoppato la credibilità di Di Pietro e hanno dato il via a una defezione dietro l'altra. Nonostante a inizio novembre Di Pietro sia riuscito a incassare la maggioranza all'assemblea del partito, la frattura interna rischia di farsi sempre più dura. Domani Donadi presenterà un nuovo soggetto politico, movimento costola dell'Idv che punta ad aggregare le migliori energiue del Paese e a erodere voti a Di Pietro. Intanto, l'Idv continua a perdere pezzi: alla Camera Paladini e Porcino hanno già fatto un passo indietro, a Palazzo Madama Pedica. Anche per quest'ultimo si prevede un’iscrizione al gruppo misto. "Se la matematica non è opinione, l'Idv è sceso a 17 deputati. Come fa a restare il gruppo alla Camera?", ha chiesto il democrat Roberto Giachetti invitando il presidente Gianfranco Fini a intervenire.
Nel frattempo il portavoce Leoluca Orlando e i rappresentanti dei gruppi di Camera e Senato, Fabio Evangelisti e Luigi Li Gotti, sono stati delegati a incontrare i vertici del Partito democratico, di Sel e delle altre forze politiche del centrosinistra. L'obiettivo è quello di invitare il candidato premier che verrà espresso dalle primarie di domenica prossima all’assemblea nazionale dell'Idv che Di Pietro ha fissata il 15 dicembre per "mostrare i muscoli" e rilanciare "l'azione politica nel territorio". Nell'Idv resta ferma l’indicazione già annunciata nei giorni scorsi da Di Pietro di votare o il segretario del P Pier Luigi Bersani oppure il governatore della Puglia Nichi Vendola: "Tabacci esprime l’agenda Monti e Renzi, al di là degli slogan, non ho capito cosa intenda fare". Insomma, i 120mila iscritti al partito, ma anche gli elettori di Idv, sono invitati a partecipare alle primarie.
"In particolare per Bersani", ha spiegato l'ex pm assicurando, in questo modo, l'appoggio delle sedi locali al leader piddì. Così, per non morire dipietrista, Tonino si reinventa bersaniano. Sperando in un ministero...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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