Un’inquietante "mano dall’alto"

Giarda è convinto che lui e i colleghi godano di raccomandazioni molto in alto

Un’inquietante "mano dall’alto"

Lassù qualcuno li ama. Giarda non assomiglia certo a Paul Newman ma si è convinto che lui e i suoi colleghi di governo godano di raccomandazioni molto in alto. L’illuminazione arriva sotto la neve, mentre si incammina per andare alla prima della Scala. Va in scena il Lohengrin di Wagner, un altro eroe fragile con santi in paradiso. E lui, Giarda, se ne esce con questa, battuta: «Che fine farà il governo? In Lohengrin c’è un aiuto dall’alto. Succederà anche ora». Oddio, sarà che è quasi Natale, sarà la fine del mondo, ma qui c’è aria di miracoli. Lohengrin è il cavaliere del cigno, l’angelo custode del Santo Graal, un personaggio da leggenda medioevale. Lì l’aiuto insperato è chiaro. Si sa da chi arriva. Giarda invece a chi si riferisce? Anche lui a Dio? A Giove capitolino? Al Papa? All’Europa? Alla setta dei sette savi? Al mago Otelma o alla moviola? Ai soliti mercati? Mica si capisce. Il ministro dovrebbe essere più chiaro. Perché una cosa è certa.

Il governo moribondo, diciamo pure quasi morto, spera di arrivare caracollando fino alle porte della primavera. Si sussurra di elezioni a marzo. Allora l’enigma è facile da spiegare. Il protettore sta in alto, ma relativamente. Sta su un colle di Roma e forse si chiama Giorgio. Napolitano. È lui il dio dei tecnici.

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