Ha visto la luce, dopo mesi di lavori, la proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta sul Covid. L'organismo bicamerale è chiamato a verificare che le misure adottate durante la pandemia siano state adeguate e sui motivi per i quali non c'è stato l'aggiornamento del piano pandemico. Quindi, sarà nelle sue competenze anche la verifica dei compiti della Task force istituita dall'allora governo in carica.
La commissione sarà composta da quindici senatori e quindici deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari. Dovrà essere necessariamente garantita la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento. Dovrà essere individuato anche un presidente di commissione, che per essere eletto deve ottenere la maggioranza assoluta dei componenti della Commissione.
Sarà compito di questa commissione analizzare tutti gli aspetti organizzativi e gestionali del governo Conte in merito alla pandemia, compresi alcuni specifici aspetti relativi alla gestione dell'emergenza, tra i quali l'acquisto di dispositivi di protezione individuale prodotti in Cina per la spesa complessiva di 1,25 miliardi di euro. Ma anche la realizzazione dell'applicazione "Immuni", la gestione della fase iniziale della campagna di vaccinazione, l'acquisto di banchi a rotelle. La commissione, stando al dispositivo che è passato in Aula, procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria ma non può adottare provvedimenti restrittivi della libertà e della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonchè della libertà personale.
L'approvazione della proposta di legge ha scatenato la bagarre in Aula. Trai primi ad attaccare la maggioranza c'è Giuseppe Conte, a capo del governo i cui provvedimenti saranno analizzati dalla Commissione. "Ritengo viziata questa commissione per come è stata impostata e per il perimetro di indagine che non contempla le regioni che gestiscono la sanità: questo è un segno di codardia della maggioranza", ha dichiarato il presidente del M5s. Il nervosisimi sono nati a seguito dell'intervento del deputato di FdI Alice Buonguerrieri: "FdI ha trascinato in tribunale Conte e Speranza per ottenere la verità ed è solo grazie alle sentenze con cui sono stati condannati che abbiamo potuto conoscere i documenti".
A questa dichiarazione si è scatenata la bagarre, che ha costretto il presidente di turno, Fabio Rampelli, a sospendere qualche minuto la seduta. Alla ripresa, l'onorevole Buonguerrieri ha specificato parlando di "due sentenze del Tar in cui Conte e Speranza sono stati costretti a dare i documenti grazie a FdI". Quindi, ha concluso: "Ci accusano di voler istituire un tribunale politico ma gli italiani non hanno bisogno di tribunali politici: il giudizio su di voi lo hanno già espresso mandandovi a casa il 25 settembre".
Roberto Speranza, che del governo Conte era ministro della Salute e quindi direttamente coinvolto nei lavori della commissione, ha attaccato l'onorevole di FdI parlando di intervento "squadrista, inaccettabile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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