Berlusconi: "Oggi non rieleggerei Napolitano"

Berlusconi: "I piccoli partiti hanno ottenuto, con l’aiuto del Capo dello Stato, che si passasse dal 35% al 37% come sbarramento". Il Pd: "Napolitano è un arbitro, non un giocatore"

Berlusconi: "Oggi non rieleggerei Napolitano"

La riforma della legge elettorale tiene ancora banco nel dibattito politico. Silvio Berlusconi, parlando alla Fiera di Cagliari durante la manifestazione elettorale a sostegno del governatore uscente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, candidato dal centrodestra alla presidenza della Regione, è tornato sull'intesa sull'Italicum raggiunta con il segretario democratico Matteo Renzi. Il Cavaliere ha rivelato che "i piccoli partiti hanno ottenuto, con l’aiuto del Capo dello Stato, che si passasse dal 35% al 37% come sbarramento per avere il premio di maggioranza. Ecco allora la soluzione del ballottaggio che per noi è negativo, perché i grillini voterebbero Pd. Se magari si arriverà ad una sfida tra Pd e Fi, immaginiamo che i grillini voteranno per il Pd. Quindi noi dobbiamo vincere con più del 37% e sono convinto che nel nostro Paese esista questa possibilità". Il Partito Democratico si è subito lanciato in difesa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Berlusconi dovrebbe sapere bene che il Presidente della Repubblica sulla partita della legge elettorale è solo arbitro e non giocatore. Lasciamo il Quirinale al di sopra delle parti nel suo ruolo di garanzia per tutti", ha dichiarato Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria del Pd.

Berlusconi ha poi rincarato la dose nei confronti di Napolitano. Rispondendo alla domanda del direttore del telegiornale di Videolina in un’intervista esclusiva realizzata questo pomeriggio dopo il comizio alla Fiera di Cagliari, il Cavaliere ha detto che se potesse tornare indietro non rieleggerebbe il capo dello Stato. "Le dico francamente di no", ha risposto Berlusconi. Che poi ha spiegato: "La storia giudicherà quella che è stata la parte del presidente della Repubblica in questo colpo di Stato del 2011, che è stato lungamente preparato a partire dal 2010 e anche per quanto riguarda l’ultimo, altrettanto negativo colpo di Stato, quello di condannare ingiustamente con una sentenza lontana dal vero e scandalosa, il leader del centrodestra. Un leader a cui il centrodestra dà fiducia con milioni e milioni di voti e poi partendo da una sentenza così fatta si è dato corso a una procedura di decadenza che ha scombinato tutta la regolarità delle cose. Primo: in tutte le decadenze passate, il tempo era di 14 mesi. Con me il tempo si è ridotto a poco più di due mesi. Due: quando una norma nazionale contrasta con una norma europea sovraordinata, c’è l’obbligo per il giudice di rivolgersi per, diciamo così, l’interpretazione autentica della norma alla Corte di Strasburgo.

Tre, gravissimo, si è applicata retroattivamente una legge, la legge Severino condannandomi alla decadenza e alla ineleggibilità e incandidabilità per sei anni, violando, calpestando, il principio primo di ogni ordinamento giuridico, che è la non retroattività della legge".

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