Roma - «Noi non vogliamo vivisezionare Dudù, ma il suo proprietario». Beppe Grillo durante Porta a Porta è tornato sulla celebre gaffe dando ulteriore sfogo alla sua incontenibile violenza verbale, ma nel Movimento Cinque Stelle su «vivisezione» e sperimentazione animale non mancano le incongruenze. L'ex comico per recuperare dallo scivolone vuole vendersi come convinto animalista ma in casa sua ha un problema con nome e cognome: Elena Fattori, senatrice a Cinque Stelle.
Grillo si è difeso chiarendo che il Movimento è da sempre contrario alla vivisezione ma gli animalisti contestano da tempo la presenza della Fattori all'interno del Movimento Cinque Stelle, trattandosi di una biologa con una vasta esperienza di sperimentazione su animali. La senatrice, riguardo alla Direttiva europea sulla protezione degli animali a fini scientifici, fu proponente e relatrice nella Commissione Politiche dell'Ue di un documento pro-vivisezione poi approvato dal Senato, posizione contraria a quella ufficiale M5S.
Secondo il Partito Animalista Europeo la senatrice è favorevole al testo che abolisce il divieto di esperimenti senza anestesia o analgesia e aggira lo stop a esercitazioni didattiche con animali, straccia le limitazioni su animali modificati geneticamente e il riutilizzo in più test, vara un fondo per i metodi alternativi destinato per l'84 per cento a chi effettua la sperimentazione animale e fa slittare di tre anni il divieto di prove con animali per xenotrapianti, alcool e droghe. Il tutto con sanzioni non dissuasive. Anche la Lega Anti Vivisezione (Lav) ha protestato per l'atteggiamento della Fattori: «Dall'incontro avuto con lei avevamo avuto assicurazioni che diversi nostri richiami erano stati fatti propri dalla senatrice», scrive la Lav sul suo sito, definendo l'atteggiamento della Fattori «fuoco amico» per poi attaccarla: «Ha servito su un piatto d'argento alla lobby baronale e oscurantista della vivisezione una bandiera bianca» per poi proseguire: «Dov'è un minimo di coerenza senatrice Fattori? Ah, già, lei fino a poco tempo fa ha fatto sperimentazione sugli animali».
Anche i suoi colleghi grillini in Commissione votarono contro di lei. «La relazione da me presentata era di metodo e non di merito», si è difesa lunedì la Fattori. Che tuttavia non manca di rimarcare la differenza con gli altri del movimento, tant'è che sul profilo Facebook della collega pentastellata Paola Taverna ha postato il link di un blog titolato «In difesa della sperimentazione animale - Resistenza razionalista» commentando: «Il Movimento è contro la vivisezione ma non contro la sperimentazione animale».
Una posizione isolata all'interno del suo partito, dato che sempre la Fattori si è detta contraria a Stop Vivisection, l'iniziativa dei cittadini europei volta ad eliminare in toto la sperimentazione animale. Per gli animalisti le motivazioni espresse dalla Fattori sono false, pretestuose e fuorvianti. L'iniziativa ha da poco raggiunto l'obiettivo di un milione di firme e Grillo, dopo aver invocato la vivisezione per il cane di Berlusconi, vuole dimostrarsi animalista e l'ha sposata in pieno. Sul suo blog addirittura celebra il raggiungimento della soglia e ospita anche una nota dei promotori di Stop Vivisection, dove si legge che la proposta sarà la prima ad essere discussa dal nuovo Parlamento europeo. Rimane il caso Fattori che secondo gli animalisti «non rinnega la sua professione di biologa con vent'anni di esperimenti su animali vivi».
La Fattori è quindi in aperto contrasto con la linea del Movimento Cinque Stelle, prima contrario alla vivisezione e, dopo la gaffe su Dudù, anche ad ogni tipo di sperimentazione. Metodi che la Fattore difende come insostituibili. E come mai, in un partito dove con gogne in streaming e meetup inquisitori si rischia ogni giorno il siluramento, non è stata espulsa?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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