La Lega espelle Alfano: «Ministro dei clandestini»

La Lega espelle Alfano: «Ministro dei clandestini»

Dimettiti, dimettiti, dimettiti. La Lega non vuole sentire discorsi. Alfano non ha solo tradito, è anche un incapace. È amico dei clandestini, e se ne deve andare. La sintesi del pensiero leghista di ieri alla Camera è sintetizzato in questi pochi, brevi concetti. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano si scaglia contro i banchi della Lega. La voce si incrina, sale di tono.
Da mesi i clandestini stanno prendendo d'assalto le coste siciliane anche a causa dell'indifferenza dell'Unione europea e all'impotenza del governo italiano. I lùmbard non ci stanno più. E, mentre il titolare del Viminale riferisce alla Camera sull'emergenza immigrazione, i deputati del Carroccio tirano fuori dei fogli con scritto «Alfano dimettiti» e «Alfano ministro dei clandestini». Lo scontro è durissimo. Tanto che la presidente della Camera Laura Boldrini è costretta a sospendere la seduta dopo aver espulso il leghista Emanuele Prataviera.
«Noi non barattiamo 19mila morti per un punto percentuale alle elezioni - tuona il ministro - questa è la differenza tra il grande Paese occidentale che siamo e una repubblica delle banane». Alfano ricorda la strage di immigrati nel mare di Lampedusa: «Mi sono ripromesso di fare di tutto per non vedere più quei sacchi pieni di morti e al tempo stesso di garantire la sicurezza nelle nostre città».
Il braccio di ferro va avanti da settimane. Le politiche messe in campo dal governo non funzionano. Gli sbarchi non si arrestano e decine di migliaia di immigrati clandestini si riversano sulla penisola.

Nel 2011 ne arrivarono 60mila, quest'anno potrebbe essere ancora peggio. Dall'inizio dell'anno ne sono arrivati già 20.500. Un'emergenza che il governo Renzi non affronta seriamente, rifiutando il reato di clandestinità come risoluzione al problema dell'immigrazione di massa.

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