L'eredità di Lombardo: otto milioni in fumo per 686 «consulenti»

All’ex governatore siciliano non bastavano ventimila dipendenti. Soldi al velista, allo sciatore e a chi doveva eliminare gli sprechi

L'eredità di Lombardo: otto milioni in fumo per 686 «consulenti»

Seimila200 euro, diecimila500, diciottomila, ventunomila940, ventimila400, ventiquattromila e rotti, 31mila e spiccioli e via discorrendo. Così, a botte da migliaia di euro, la giunta Lombardo per anni ha sfornato consulenze esterne alle «voci» più disparate. Quasi nove milioni di euro per oltre 680 incarichi (alla media di quasi uno ogni due giorni) conferiti dall'aprile del 2008 ai giorni nostri a «esperti» di vari settori rintracciati lontani da un'amministrazione che vanta il record dei dipendenti (ventimila) e di dirigenti (più di duemila).
I nomi, gli incarichi e i compensi dei fortunati sono pubblici grazie al sito Livesicilia che ha contestualmente chiesto ad ogni singolo consulente di pubblicare on line - come previsto da apposita delibera regionale del 14 gennaio 2010 - le relazioni ben remunerate dal governo regionale guidato dal leader dell'Mpa. In cinque anni non è stata reso pubblico un solo lavoro, eccezion fatta per alcuni studi pubblicati dal ministero dell'Energia nel 2010 e per una relazione inviata a Livesicilia da un consulente molto particolare, Nicola Vernuccio, che da «esterno» in corso d'opera è stato promosso assessore alle Autonomie Locali. E il resto? Soliti fortunati, privilegiati, amici degli amici, oppure tecnici al di sopra di ogni sospetto necessari a risolvere problemi evidentemente irrisolvibili per altri tecnici impiegati a tempo indeterminato? Se lo sta chiedendo la Procura regionale della Corte dei Conti che ha aperto un apposito fascicolo sull'abnorme ricorso ai contratti di consulenza per cercare di quantificare (l'eventuale) spreco di risorse di denaro pubblico.
Sott'osservazione c'è finito l'intero «sistema» di Raffaele Lombardo (che ha continuato a elargire consulenze fino al giorno prima delle sue dimissioni) dalla prima all'ultima consulenza elargita dagli assessorati della sua amministrazione che non ha esitato a finanziare trombettisti, suonatori di piano bar, consulenti dal curriculum inusuale (si appalesano come esperti di vela nel campo dell'innovazione tecnologica ed anche di sci alpino) periti di «pianificazione e controllo strategico», studiosi di «riqualificazione ambientale», intenditori dell'«identità siciliana», addirittura specialisti «sulle iniziative di competenza volte al contenimento della spesa pubblica regionale», come le consulenze, giust'appunto.

Una pioggia di incarichi e prebende tutta da analizzare, voce per voce, anche perché a fronte di una sbandierata trasparenza, si sa poco o nulla dei risultati di quell'incarico. Le cifre in possesso dei magistrati contabili sono state in parte già sviscerate in un dossier del sindacato della funzione pubblica della Cisl: nel 2011 le assegnazioni ammontano a 110 per un costo di un milione e duecentomila euro, poco meno delle 142 decise l'anno prima a fronte di un esborso di un milione e 300mila euro.

Per questo scorcio di 2012, la sola presidenza ha speso quattrocentocinquantamila euro (quasi quindicimila per «un'analisi delle problematiche connesse alla valorizzazione dell'immagine del patrimonio ambientale e culturale della regione») l'assessorato alla Sanità dell'ex pubblico ministero antimafia Russo ben sessantamila, quello all'Agricoltura centoquarantamila e via discorrendo. Il totale regionale, ad oggi, supera gli 800mila euro per novantaquattro consulenze.

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